tag:blogger.com,1999:blog-28183745065662207792024-02-20T08:01:46.245-08:00Alessandro NegriniFilm DirectorAlessandro Negrinihttp://www.blogger.com/profile/08989124184164192717noreply@blogger.comBlogger17125tag:blogger.com,1999:blog-2818374506566220779.post-79649494319255715292016-12-02T11:33:00.005-08:002016-12-02T12:24:07.145-08:00TIDES ( MAREE) Intervista ad Alessandro Negrini su LongTake - di Martina Ibba<a href="http://blog.longtake.it/2016/09/12/tides-intervista-ad-alessandro-negrini/">http://blog.longtake.it/2016/09/12/tides-intervista-ad-alessandro-negrini/</a><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVPwtmzvjetJbnP-gJzSLE5PUzFsgzs1tShrdu2iAGKxgUhwmUnk4vmQdvwkGOD1nUj5vs0E5XwUVF-tK-STT1i-7BkeTz5R4waDo2g0EC2RPuRWIMrxG6vuoLGcGhnDs6Xo8j6vq_Poz3/s1600/MyriamDeRosa_0005.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVPwtmzvjetJbnP-gJzSLE5PUzFsgzs1tShrdu2iAGKxgUhwmUnk4vmQdvwkGOD1nUj5vs0E5XwUVF-tK-STT1i-7BkeTz5R4waDo2g0EC2RPuRWIMrxG6vuoLGcGhnDs6Xo8j6vq_Poz3/s320/MyriamDeRosa_0005.jpg" width="320" /></a></div>
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<a href="http://blog.longtake.it/2016/09/12/tides-intervista-ad-alessandro-negrini/">Tides – Intervista ad Alessandro Negrini</a></h3>
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Posted on 12 settembre 2016
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Seduti al tavolino di uno Spazio Base stranamente silenzioso, abbiamo chiacchierato con <b>Alessandro Negrini</b>,
regista torinese che dopo aver viaggiato per mezza Europa decide di
farsi “adottare” dall’Irlanda del Nord. Al Milano Film Festival porta <i><b>Tides, A History of Lives and Dreams Lost and Found (Some broken)</b>, </i>narrazione
poetica e surreale, in prima persona, di un fiume al quale spetta
l’ingrato compito di separare Repubblica irlandese e Monarchia inglese,
cattolici e protestanti. Un regista che ha prestato orecchio alla
corrente fluviale e che ci racconta cosa ha sentito.<br />
<h4>
<b>È nato a Torino, ha viaggiato intorno all’Europa. Cosa l’ha portata a stabilirsi nell’Irlanda del Nord?</b></h4>
Non l’ho ancora capito. Ci sono finito tanti anni fa, rimasi
affascinato da questo luogo che aveva appena abbandonato la guerra e ci
vivo ancora, anche se, in realtà non ci sono mai. Sono stato adottato
dagli irlandesi perché abbiamo in comune questa voglia di goderci la
vita e di festeggiarla anziché averne paura, mi ci trovo bene.<br />
<h4>
<b>Lei dice “irlandese”, ma in effetti qual è la percezione della nazionalità di un abitante dell’Irlanda del Nord?</b></h4>
È una domanda cruciale, se la chiedi a un cattolico si sente
irlandese, mentre la grande maggioranza dei protestanti si sente leale
alla Corona. E quindi in base a chi lo chiedi, riceverai una risposta
diversa. In più dove vivo io c’è questa schizofrenia
politico-psicologica ancora più marcata, poiché la città ha due nomi, si
chiama Derry per i cattolici e Londonderry per i protestanti.<br />
<h4>
<b>Il suo sito web personale si apre con una citazione: “Cinema is a bicycle on the clouds”. Che cosa significa per lei?</b></h4>
È una citazione di Federico Fellini, uno dei miei riferimenti. Lo
scomodo ogni tanto con grande timore, sperando che non si rivolti nella
tomba. Ammiro la sua interpretazione immaginifica della realtà, questo
credo sia il cinema: un mondo molto simile a quello del sogno, e nei
sogni le biciclette stanno sulle nuvole. Quando sei al cinema ti trovi
davanti a un uomo o una donna che sono alti otto metri e,
inevitabilmente, psicologicamente diventi bambino. Un paradigma che non
si può applicare alla televisione perché è l’opposto, tu sei alto otto
metri, in scala, rispetto ai personaggi dei film.<br />
<h4>
<b>Nella sua biografia afferma inoltre di essere un regista per errore. Come mai?</b></h4>
Io volevo fare altro nella vita, volevo fare il poeta. Però poi lessi
questa cosa di De André, il quale, citando Benedetto Croce, disse che
fino ai vent’anni siamo tutti poeti, dopo i vent’anni rimangono solo due
categorie di persone a scrivere poesie: i poeti e i cretini. Io ho
sempre avuto il timore di scivolare nella seconda. Ho abbandonato
all’epoca questo tentativo di carriera e mi son trovato, quasi per
gioco, a fare un cortometraggio. Fu quasi un errore, ma da lì è nata la
mia carriera. È quasi una parolaccia, dire carriera, non mi reputo un
regista con un curriculum vitae ortodosso, ho fatto un po’ di tutto
nella vita, non ho fatto la scuola di cinema. Ho fatto tantissime altre
cose bizzarre.<br />
<br />
<h4>
<b>Venendo a <i>Tides</i>: si ricorda il momento esatto in cui l’ha folgorata l’idea di far parlare un fiume</b></h4>
Sicuramente è stato davanti a una birra: l’Irlanda è un isola che
galleggia sulla Guinness. Sapevo che volevo dare voce a questa storia
mai raccontata da un punto di vista diverso, cosa c’era di meglio del
dar voce a una storia di confini, se non al confine stesso? Quindi mi
sono immaginato che il confine a un certo punto si stanchi, questo
cittadino molto emerito e un po’ silenzioso che ha visto di tutto decida
di parlare, a modo suo, con un linguaggio fluviale. Con tante correnti,
con tante storie all’interno, esattamente come i fiumi, con delle
storie che emergono, tornano sotto forme diverse e con forze diverse,
perché in base alla corrente cambiano le storie. Decisi di narrare
questo angolo di mondo, poco raccontato, dal punto di vista stesso del
fiume. Sì, penso sia stato davanti a una birra, forse davanti al fiume,
con la birra.<br />
<h4>
<b>È evidente l’influenza della poesia, nel modo di narrare,
nella costruzione del monologo del fiume e via discorrendo. Da cosa ha
tratto ispirazione?</b></h4>
Io ho i miei punti di riferimento personali, però è tutta colpa del
fiume, ha il suo linguaggio. E ho cercato un tipo di linguaggio che
fosse nel contempo saggio ma anche innocente, e cosa c’è di meglio della
poesia? Perché il fiume è così, è saggio ma anche innocente, è vecchio
ma continuamente giovane, scorre, rifluisce, ritorna. Quindi il
linguaggio più consono che mi sono immaginato per far parlare il fiume è
quello poetico, tra l’altro spero di esserci riuscito, è stata una
scommessa. Però doveva parlare per forza con un timbro e un tono
onirico, ritornando un po’ al tema dei sogni.<br />
<h4>
<b>Il film mostra in maniera delicata e quasi onirica una
tematica forte e complessa. Qual è stato l’impatto a Derry? Ha suscitato
l’effetto che avrebbe sperato?</b></h4>
Quando ho avuto l’idea di fare questo film ho contattato le persone
tramite i mezzi tradizionali, articoli sui giornali e interviste in
radio: il responso è stato molto gratificante, ho ricevuto un sacco di
risposte di persone che volevano raccontarmi il loro collegamento col
fiume. Mi hanno raccontato degli aneddoti incredibili, storie
straordinarie veramente felliniane. Cose che non sono riuscito a
infilare nel film, ma avrebbero potuto esserci, per esempio la storia
del contrabbando. Questo fiume, tra le tante cose che ha visto, è stato
artefice, testimone e veicolo di tantissime forme di contrabbando: dalle
sigarette, alle armi, alle pecore. Negli anni ’50 contrabbandavano le
pecore dalla Repubblica all’Irlanda del Nord con le navi, però le forme
di controllo alla dogana, all’epoca, erano molto all’acqua di rose e
molti irlandesi fermavano soltanto le navi che vedevano tornare un po’
troppo in fretta. Cosa facevano i contrabbandieri? Facevano fare le
navi di due colori, un colore da un lato e un colore dall’altro, in modo
che quando esse tornavano sembravano altre e non venivano fermate per
il controllo. Storie di questo tipo si sono sedimentate nel film, questa
no, ma tante altre sì, oltre ai materiali d’archivio che sono stati
preziosissimi. Quasi tutti i filmati sono amatoriali e fatti da persone
qualunque negli anni ’50,’60 e ’70, e hanno dato un tocco in più.
Un’altra cosa che volevo era non utilizzare filmati ufficiali della BBC o
televisioni varie. Sono ufficiali solo le voci che emergono dal fiume,
si tratta di trasmissioni radiofoniche, annunci o altre voci, di attori,
che è come se fossero le voci dei migranti.<br />
<h4>
<b>Tides è stato finanziato parzialmente o interamente tramite
crowdfunding? Si era già rapportato in precedenza a questa realtà? Com’è
stato?</b></h4>
Questo film è totalmente indipendente, infatti ne vado
orgogliosissimo, è stato una grande sfida. Ha avuto finanziamenti dalla
Northen Ireland Screen e sostegni dall’Istituto di Cultura di
Edimburgo, tuttavia mancava ancora un pezzo. Non mi sono arreso, ho
deciso di fare un crowdfunding e farlo in Irlanda non è come farlo in
Italia, significa bere barili di birra e andare a raccontare la tua
storia a persone che magari hanno poca dimestichezza col mondo del Web.
Grazie a questo percorso abbiamo raccolto tante altre storie, il
crowdfunding ha aggiunto un pezzetto di finanziamento al film ed è stato
vitale per farlo compiere nella sua totalità. Era la prima volta che ne
facevo uso, è faticoso perché devi bombardare il web di messaggi,
ricordare alla gente il tuo progetto, non puoi andare a fare il
venditore di folletti, devi cercare di far capire che quella storia
appartiene, in qualche modo, anche alla persona che finanzia, perché
questo film parla di temi che toccano un po’ tutti: il confine, la
dimenticanza, i sogni dimenticati, che sono il filo rosso del film.<br />
<h4>
<b>A questo proposito, dove finiscono i sogni che non si avverano? Aspettano davvero noi?</b></h4>
Questa è la domanda che il fiume lascia al pubblico, io penso che
abbia ragione. Non so dove siano, ma sicuramente ci stanno aspettando da
qualche parte. Ci stanno aspettando perché, soprattutto in questo
momento storico, c’è un grande bisogno di utopia radicale, ma anche
nelle piccole cose, non soltanto un’utopia politica. Un riappropriarsi
di una visione del mondo in cui non ci si debba per forza, sempre e
comunque, accontentare di un destino che non è il tuo. Questa cosa il
fiume ce la ricorda, a suo modo, con il suo linguaggio. Risvegliarsi la
mattina e dire: «Dove sono finiti i sogni che tanto mi tenevano in vita
qualche anno fa?». Quindi, tornando alla domanda, il luogo fisico non so
dove sia ma so che c’è, so che ci attendono, da qualche parte.</div>
<br />
<br />Alessandro Negrinihttp://www.blogger.com/profile/08989124184164192717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2818374506566220779.post-15404203813327094732013-09-19T06:14:00.001-07:002013-09-19T06:14:11.591-07:00<h2 class="title" style="background-color: white; border-bottom-color: rgb(226, 226, 226); border-bottom-style: solid; border-bottom-width: 1px; border-top-color: rgb(226, 226, 226); border-top-style: solid; border-top-width: 3px; font-family: Arial; font-size: 2em; letter-spacing: -0.05em; margin: 0px; padding: 5px 0px;">
Conversando con Alessandro Negrini</h2>
<div class="clearfloat" id="stats" style="background-color: white; border-bottom-color: rgb(226, 226, 226); border-bottom-style: solid; border-bottom-width: 1px; color: #505050; font-family: Arial; font-size: 0.9em; font-weight: bold; margin: 0px 0px 15px; padding: 8px 0px;">
<span class="left" style="float: left; margin: 0px; padding: 0px;">Scritto da <a href="http://www.romalive.org/author/stefano-coccia/" rel="author" style="color: black; margin: 0px; padding: 0px; text-decoration: none;" title="Articoli scritti da: Stefano Coccia">Stefano Coccia</a> </span></div>
<div class="entry clearfloat" style="background-color: white; border-bottom-color: rgb(226, 226, 226); border-bottom-style: solid; border-bottom-width: 1px; color: #505050; font-family: Arial, Helvetica; line-height: 21.59375px; margin: 0px; padding: 0px;">
<span style="font-size: 12px;"><iframe allowtransparency="true" class="fbLikeContainer" frameborder="0" id="fbLikeIframe" name="fbLikeIframe" scrolling="no" src="http://www.facebook.com/plugins/like.php?href=http%3A%2F%2Fwww.romalive.org%2Fprimo-piano%2Firishfilmfesta-conversando-con-alessandro-negrini%2F&layout=standard&show_faces=true&width=300&height=55&action=like&font=arial&colorscheme=light" style="border-style: none; display: inline; height: 55px; margin: 0px; overflow: hidden; padding: 0px; width: 300px;"></iframe></span></div>
<div class="entry clearfloat" style="background-color: white; border-bottom-color: rgb(226, 226, 226); border-bottom-style: solid; border-bottom-width: 1px; color: #505050; font-family: Arial, Helvetica; line-height: 21.59375px; margin: 0px; padding: 0px;">
<span style="font-size: 12px;"><br /></span><div style="margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
<a href="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/Piemonte-Movie-Film-Festival-01.jpg" style="color: black; font-size: 12px; margin: 0px; padding: 0px;"><img alt="" class="alignleft size-medium wp-image-10027" height="300" src="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/Piemonte-Movie-Film-Festival-01-201x300.jpg" style="border: 1px solid rgb(204, 204, 204); display: inline; float: left; margin: 0px 10px 5px 0px; padding: 2px;" title="Piemonte Movie Film Festival 01" width="201" /></a>Tra le visioni che più ci hanno colpito, nel corso dell’Irish Film Festa, vi è stata senz’altro quella di <em style="margin: 0px; padding: 0px;">Paradiso</em>, sia per il fatto che non capita così frequentemente di vedere un documentario realizzato in Irlanda del Nord da un regista italiano, sia per la brillantezza del lavoro svolto. Per entrare subito nel vivo della questione, abbiamo pensato bene di bloccare l’autore di questo film, <strong style="margin: 0px; padding: 0px;">Alessandro Negrini</strong>, e di fargli qualche domanda.</div>
<div align="center" style="margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
- <em style="margin: 0px; padding: 0px;">Come è nato il progetto di </em>Paradiso<em style="margin: 0px; padding: 0px;">, il tuo documentario?</em></div>
<div style="margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
Così come tante altre cose nella mia vita, <em style="margin: 0px; padding: 0px;">Paradiso</em> ha avuto origine da un errore: stavo camminando nel centro di Derry ed entrai dentro al cancello che conduce al Fountain pensando fosse una scorciatoia. Capii poco dopo che ero invece capitato in una prigione a cielo aperto, completamente circondata dal muro di sicurezza. Da quel momento decisi di scoprire chi erano le persone che avevano deciso di vivere dietro a un muro. E come in tutte le prigioni, vi scoprii diverse tipologie di “prigioniero”. Trovai il prigioniero che non si è mai neanche accorto d’essere in prigione, e che ha passato la vita a ballare, come le due vecchiette protagoniste del film. Trovai quello che invece ha bisogno della propria prigione, che la abbellisce, che ci mette la pianta di fiori sulla finestra. E come in tutte le prigioni, trovai il prigioniero che voleva, seppur metaforicamente, evadere. Direi che “Paradiso” in fondo è la storia di una piccola, preziosa evasione. Ed il grimaldello utilizzato per evadere è in questo caso la musica. Un poeta a me caro disse: un uomo che guarda un muro è un uomo solo. Due uomini che guardano lo stesso muro è il principio di un’evasione.</div>
<div style="margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
<a href="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/CIMG5396.jpg" style="color: black; margin: 0px; padding: 0px;"><img alt="" class="alignright size-medium wp-image-10028" height="300" src="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/CIMG5396-225x300.jpg" style="border: 1px solid rgb(204, 204, 204); display: inline; float: right; margin: 0px 10px 5px 0px; padding: 2px;" title="CIMG5396" width="225" /></a>- <em style="margin: 0px; padding: 0px;">Abbiamo saputo che a Derry ci vivi anche ma, da quanto tempo hai contatti diretti con l’Irlanda del Nord?</em></div>
<div style="margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
Io vivo a Derry da una decina d’anni. Quando arrivai a Derry la guerra era da poco finita, seppur ufficialmente. E quella realtà aveva dentro di sé quel disordine creativo, anche ingenuo se vuoi, dei luoghi che hanno appena abbandonato un conflitto. Si sentiva l’energia, il disordine di chi sta, volente o nolente, voltando la pagina. Io, solitamente, mi annoio laddove c’è troppo ordine. L’ordine è nullificante per me.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Devo però dire che, purtroppo, Derry e l’Irlanda del Nord stanno perdendo quello che era il fascino del “voltare la pagina” . E lo stanno perdendo perché la nuova pagina su cui è finita è l’omologazione alla cultura del dio denaro. La corsa scatenata al privato, al far quattrini. Cultura che ha già travolto la repubblica d’Irlanda. Anche qui, il nuovo totem, di cui non si può parlar male, è il Mercato. Anche in Irlanda cosi come in tutta Europa, si parla del Mercato come se fosse una persona: “Oggi il mercato s’è ripreso, forse sta un po’ meglio, speriamo non abbia una ricaduta”. Sento la mancanza anche qui, come in tutta Europa, di un sogno che sia più grande di quello dell’aumento del PIL.</div>
<div style="margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
- <em style="margin: 0px; padding: 0px;">Il tuo film introduce la realtà del Fountain, una piccola enclave protestante nella parte della città a maggioranza cattolica, attraverso l’incontro con musicisti e altri personaggi di grande spessore umano. Come si sono instaurate le relazioni con loro e cosa ti ha colpito di più, emotivamente, di questa esperienza?</em></div>
<div style="margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
<a href="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/Kathleen-and-may-with-Roy.jpg" style="color: black; margin: 0px; padding: 0px;"><img alt="" class="alignleft size-medium wp-image-10029" height="200" src="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/Kathleen-and-may-with-Roy-300x200.jpg" style="border: 1px solid rgb(204, 204, 204); display: inline; float: left; margin: 0px 10px 5px 0px; padding: 2px;" title="Kathleen and may with Roy" width="300" /></a>Con gli abitanti del Fountain feci un patto: dissi loro che ero un po’ matto, e che sarei potuto capitare nelle loro cucine con la telecamera. Loro dissero di sì, anche se non avevano capito bene quanto matto fossi.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Per fare i registi occorre violare i confini, i muri. Ho sempre pensato che se non fossi diventato un regista sarei potuto diventare un contrabbandiere. Per questo amore del violare i confini.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Iniziai così a “scavalcare” questa frontiera, a bussare alle porte delle persone, ad andare a bere nei pub limitrofi e a conoscere le persone che ci abitavano.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Un giorno una di quelle porte alla quale bussai fu quella di Catherine e May, le due sorelle del tango. La loro innata, ineludibile e contagiosa freschezza mi sedusse immediatamente. Capii subito che loro sarebbero state tra i protagonisti del film.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Il protagonista principale, Roy, lo conobbi in un bar dietro al Fountain. Tra una Guinness e l’altra venne fuori l’idea della serata danzante come ‘antidoto’ a quello che è il peggior lascito di ogni guerra, la paura dell’altro.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Quello che mi ha colpito di più emotivamente di questa esperienza è stato questo viaggio che ho percorso insieme ai protagonisti del film. Mi piace pensare che faccio film non su qualcuno, ma “con” qualcuno. Ed è davvero fondamentale per me far sentire ai personaggi che per me loro non sono importanti perché devo filmarli, ma perché esistono. Questa è l’emozione più bella per me, il sapere che le persone che filmi rimarranno nella tua vita. Ancora adesso vado dalle due vecchiette a trovarle e a prendere ‘lezioni di gioventù, e non è raro che si finisca a ballare un valzer nella loro cucina. Loro mi hanno insegnato che, a volte, occorre un sacco di tempo per diventare giovani.</div>
<div style="margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
<a href="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/STILL-low-angle-Roy-Arbuckle-at-Memorial-Hall.jpg" style="color: black; margin: 0px; padding: 0px;"><img alt="" class="alignright size-medium wp-image-10030" height="200" src="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/STILL-low-angle-Roy-Arbuckle-at-Memorial-Hall-300x200.jpg" style="border: 1px solid rgb(204, 204, 204); display: inline; float: right; margin: 0px 10px 5px 0px; padding: 2px;" title="STILL low angle Roy Arbuckle at Memorial Hall" width="300" /></a>- <em style="margin: 0px; padding: 0px;">Nel corso del film si allude alla realizzazione, da parte di uno dei protagonisti, di un disco contenente ballate che rievocano passato e presente del Fountain. Che esito ha avuto questa ballata musicale?</em></div>
<div style="margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
Il CD prodotto dal protagonista Roy, ha avuto un discreto successo. Finì nella radio della BBC. Nel film c’è questa frase: “I vincitori scrivono la storia, e i perdenti scrivono le canzoni”. In questo caso, col suo cd Roy ha scritto un pezzettino di Storia.</div>
<div style="margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
<em style="margin: 0px; padding: 0px;">Volendo muovere un appunto alla rievocazione delle tragiche contrapposizioni tra cattolici e protestanti, che resero così difficile la vita in una città sostanzialmente divisa, si avverte un po’ la mancanza di rimandi alle lotte di classe, al background sociale che solitamente accompagna certi scontri ideologici. Consci che questo non era certo tra i tuoi obiettivi primari, vuoi aggiungere qualcosa a riguardo?</em></div>
<div style="margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
Mi trovi in disaccordo. Anche se ne ebbe alcuni connotati , io non credo che in Irlanda ci sia stata una lotta di classe. Altrimenti i poveracci cattolici si sarebbero uniti ai poveracci protestanti anziché farsi la guerra. E’ stata una guerra tra la stessa classe, non di classe. Detto questo, a me interessava fare un film su un tema che credo sia universale, su questo veleno che ci viene iniettato quotidianamente: la paura. La paura come motore generante di tutti i nostri gesti, e sulla possibilità di batterla; in questo caso la paura dell’altro. Ma la mia piccola ambizione era fare un film che potesse avere anche una piccola eco su uno dei più grandi paradossi che non notiamo nemmeno più: le città, nate dal bisogno degli esseri umani di incontrarsi, sono oggi fatte e costitute da essere umani divisi tra di loro. Pensa al condominio, per esempio. Io sono sempre meravigliato dalle micro-guerre da condominio. Non c’è agglomerato di solitudine più eclatante. Tutti asserragliati in casa dentro piccole “alcatraz”. Mi interessava questo. Raccontare una storia dove, per una volta, da queste carceri visibili o invisibili, si evade. E si evade facendo una cosa semplicissima: riaprendo le porte, riaprendo le danze. Invitando il proprio vecchio nemico a ballare nuovamente insieme. Ma la cosa straordinaria per me è che in questa storia, coloro che non si rassegnano allo status quo, coloro che sono portatori di questo piccolo sogno in cui non si è più domati dalla Paura, a far questo sono gli anziani. I vecchi. Ironico, no?</div>
<div style="margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
<a href="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/SIGNETTS.jpg" style="color: black; margin: 0px; padding: 0px;"><img alt="" class="alignleft size-medium wp-image-10031" height="225" src="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/SIGNETTS-300x225.jpg" style="border: 1px solid rgb(204, 204, 204); display: inline; float: left; margin: 0px 10px 5px 0px; padding: 2px;" title="SIGNETTS" width="300" /></a>- <em style="margin: 0px; padding: 0px;">Come ti sei trovato, produttivamente parlando, a realizzare un documentario in Irlanda?</em></div>
<div style="margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
All’inizio non è stato semplice. Convincere a darci soldi per un film su un ghetto protestante, che probabilmente morirà e con tutti protagonisti tra i 70 e 84 anni.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Ho una grandissima produttrice, <strong style="margin: 0px; padding: 0px;">Margo Harkin</strong>, ed insieme lo proponemmo alla BBC con un trailer ed una presentazione molto ben fatti. Credo sia piaciuta loro l’idea che io non volessi fare un altro film sulla guerra nordirlandese, ma che avesse un taglio diverso. Dall’altro lato sono ero e sono ancora stupefatto, perché <em style="margin: 0px; padding: 0px;">Paradiso</em> è tutt’altro che un prodotto tipico da BBC, ma per fortuna a loro è piaciuto molto l’approccio estetico del film. Abbiamo anche avuto il sostegno di MEDIA, il maggior ente europeo per il cinema.</div>
<div style="margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
- <em style="margin: 0px; padding: 0px;">La raccolta dei materiali di repertorio riguardanti sale da ballo e conflitti sociali è stata agevole o ha comportato qualche indagine più del previsto?</em></div>
<div style="margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
Avendo la BBC a bordo, ho potuto consultare decine di ore di loro materiale d’archivio. Per il materiale sulle sale da ballo ho dovuto cercare anche tra gli archivi della TV irlandese oltre che tra gli archivi fotografici della biblioteca. Ma per me è’ stato un piacere più che un lavoro. Ho un legame affettivo molto forte con il mondo delle sale da ballo, mio nonno ne gestiva una nel ferrarese e mia mamma in seguito mi ci portava con sé da bambino sulla riviera romagnola. Le sale da ballo sono state il mio mondo delle meraviglie, guardare migliaia di ore d’archivio è stato per me un piccolo regalo alle mie memorie di bambino che si addormentava felice nelle sale da ballo.</div>
<div class="wp-caption alignright" id="attachment_10033" style="float: right; margin: 0px; padding: 0px; width: 310px;">
<a href="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/Knut_Erik_Jensen__c_131220a.jpg" style="color: grey; margin: 0px; padding: 0px;"><img alt="" class="size-medium wp-image-10033" height="200" src="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/Knut_Erik_Jensen__c_131220a-300x200.jpg" style="border: 1px solid rgb(204, 204, 204); margin: 0px 10px 5px 0px; padding: 2px;" title="Knut_Erik_Jensen__c_131220a" width="300" /></a><div class="wp-caption-text" style="margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
Il regista norvegese Knut Erik Jensen</div>
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<div style="margin-bottom: 15px; padding: 0px;">
- <em style="margin: 0px; padding: 0px;">Per finire, una piccola curiosità personale: in un’altra intervista hai citato con entusiasmo un regista norvegese,</em> <strong style="margin: 0px; padding: 0px;">Knut Erik Jensen</strong>, <em style="margin: 0px; padding: 0px;">del quale chi scrive ha apprezzato molto il sorprendente lungometraggio </em>Burnt by Frost<em style="margin: 0px; padding: 0px;">, diretto una decina di anni fa ma poco conosciuto in Italia. Che rapporti hai col cineasta scandinavo e col suo cinema?</em><br style="margin: 0px; padding: 0px;" /><strong style="margin: 0px; padding: 0px;">Knut Erik Jensen</strong> è in realtà uno dei miei punti di riferimento costanti. Lo conobbi quando mi trovai nell’estremo nord della Norvegia per lavoro nel 2004, nel paese dove lui è nato, Honningsvag, a mezzora da Capo Nord. E lì vidi con lui un suo film che cambiò la mia percezione visiva: <em style="margin: 0px; padding: 0px;">Stella Polaris</em>. I suoi film sono una sorta di sinfonia visiva, dove il tempo e lo sguardo si dilatano. Magia pura. In comune con lui ho anche il direttore della fotografia norvegese che ha girato <em style="margin: 0px; padding: 0px;">Paradiso </em>e col quale collaboro tuttora al nuovo film su cui sto lavorando. Lui ha lavorato con Knut Erik spesso, si chiama <strong style="margin: 0px; padding: 0px;">Odd Geir Saether</strong>, ed è stato anche direttore della fotografia in<em style="margin: 0px; padding: 0px;">Inland Empire</em> di <strong style="margin: 0px; padding: 0px;">David Lynch</strong>. Oltre ad essere un grande regista è una persona splendida, di una umanità incredibile. La seconda volta che lo vidi mi invitò a casa sua verso le 7 di sera. Io credendo che si trattasse di un invito a cena non mangiai all’hotel. Arrivato vidi che c’erano solo the, biscotti e vino.<br style="margin: 0px; padding: 0px;" />Mi spiegarono dopo che lassù in famiglia fanno cena alle 4.30 del pomeriggio. Morivo di fame ed al quarto bicchiere di vino mi arresi: non ho mai mangiato tanti biscotti in vita mia come quella sera.</div>
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Alessandro Negrinihttp://www.blogger.com/profile/08989124184164192717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2818374506566220779.post-63210026445622733832013-09-03T05:35:00.001-07:002013-09-03T05:35:19.858-07:00<div id="yui_3_7_2_1_1378211628587_2480" style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; font-size: 16px;">
<span id="yui_3_7_2_1_1378211628587_2479" style="font-family: Arial; font-size: 12pt;">'Paradiso' keeps travelling around the world! Multi award winning documentary 'PARADISO', entirely filmed in Derry, Northern Ireland, keeps travelling around the world. The story of one man's dream in Northern Ireland: get the old enemies dancing together.</span></div>
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<div class="yiv0131354721yui_3_7_2_19_1362503049775_140 yiv0131354721yui_3_7_2_41_1372409651109_158 yiv0131354721yui_3_7_2_176_1375279240064_211" id="yui_3_7_2_1_1378211628587_2125" style="font-family: 'times new roman', 'new york', times, serif;">
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<div class="yiv0131354721yui_3_7_2_19_1362503049775_141 yiv0131354721yui_3_7_2_41_1372409651109_159 yiv0131354721yui_3_7_2_176_1375279240064_212" id="yui_3_7_2_1_1378211628587_2124" style="font-family: verdana, helvetica, sans-serif;">
<div class="yiv0131354721yui_3_7_2_19_1362503049775_142 yiv0131354721yui_3_7_2_41_1372409651109_160 yiv0131354721yui_3_7_2_176_1375279240064_213" id="yui_3_7_2_1_1378211628587_2123">
<div class="yiv0131354721yui_3_7_2_19_1362503049775_143 yiv0131354721yui_3_7_2_41_1372409651109_161 yiv0131354721yui_3_7_2_176_1375279240064_214" id="yui_3_7_2_1_1378211628587_2122" style="font-family: 'times new roman', 'new york', times, serif;">
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<div class="yiv0131354721yui_3_7_2_19_1362503049775_144 yiv0131354721yui_3_7_2_41_1372409651109_162 yiv0131354721yui_3_7_2_176_1375279240064_215" id="yui_3_7_2_1_1378211628587_2121" style="font-family: verdana, helvetica, sans-serif;">
<div id="yui_3_7_2_1_1378211628587_2120">
<span class="yiv0131354721fsl" id="yui_3_7_2_1_1378211628587_2119" style="font-size: 14pt;"><div class="yiv0131354721text_exposed_root" id="yiv0131354721id_50c9d23240aae3b12826142">
<span id="yui_3_7_2_1_1378211628587_2596" style="font-size: 12pt;">'Paradiso' is now Official Selection @ Interrobang International Film Festival, </span><b class="yiv0131354721yui_3_7_2_76_1372238275654_157" style="color: #0000bf; font-size: 18px;">Des Moines , Iowa, Uneted States</b></div>
<div class="yiv0131354721text_exposed_root" id="yiv0131354721id_50c9d23240aae3b12826142">
<b class="yiv0131354721yui_3_7_2_76_1372238275654_157" style="color: #0000bf; font-size: 18px;"><br /></b></div>
<div class="yiv0131354721text_exposed_root" id="yiv0131354721id_50c9d23240aae3b12826142">
<b class="yiv0131354721yui_3_7_2_76_1372238275654_157" style="color: #0000bf; font-size: 18px;"><img src="https://fbcdn-sphotos-e-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash3/46603_458528547549262_1427413461_n.jpg" /></b></div>
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Alessandro Negrinihttp://www.blogger.com/profile/08989124184164192717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2818374506566220779.post-2625171401675106892012-09-12T04:39:00.000-07:002012-09-12T04:39:01.488-07:00<h2>
<span style="color: blue;"><b>'PARADISO' Official Selection @ COLUMBIA GORGE FILM FESTIVAL, Washington, USA!
</b></span></h2>
<br />
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</blockquote>
<h3>
(...) shiploads of optimism, joie de vivre, humor and sheer humanity. The fact that we are watching real people provides the film with its magic. This is magic realism, coming from the allegedly chilly north – by an Italian director. </h3>
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Martin Alioth, Irish correspondent of Neue Zürcher Zeitung (Swiss major daily newspaper) Alessandro Negrinihttp://www.blogger.com/profile/08989124184164192717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2818374506566220779.post-70336570366970141242012-02-08T04:19:00.000-08:002012-02-08T04:19:34.504-08:00Alessandro Negrini @ DocsBarcelona Pitching Forum<div><h2>DocsBarcelona Pitching Forum Projects</h2><div style="color: #999999; font-size: 10px;">Skrevet den <span style="color: #69b5e3;">07-02-2012 15:40:11</span> af Tue Steen Müller</div><br />
<a href="http://www.filmkommentaren.dk/blog/blogpost/1882/">http://www.filmkommentaren.dk/blog/blogpost/1882/</a><br />
<br />
<img align="right" src="http://www.filmkommentaren.dk/blog/blogpost/1882/aviva/media/billeder2010/2011/allesandro_negrini_210.jpg" />The opening was fun and sweet, clever, serious and thoughtful. Alessandro Negrini (photo), director from Italy living in Northern Ireland & Tor Arne Bjerke, producer from Norway, took the auditorium by heart and brain with their ”Ballad of a Ghost Town” to be released in 2013 50 years after a natural disaster, only 3 years ago declared a man-made human tragedy destroyed five towns in less than seven minutes, killing more than 2000 people. The filmmakers go back to the Italian town and to the inhabitants. Great stuff!<br />
As was the project that closed the pitching forum, ”La fin du Monde”, presented brilliantly by local director and producer Ventura Durall i Soler, who advised that the next DocsBarcelona better be in Bugarach in France because this is the only place that will survive the catastrophy that will hit the world the 21st of December of 2012. Nanouk Films is the company, Nanouk was the first documentary in the world, maybe ”La fin du Monde” will be the last!<br />
There were many projects that were well received, I can only mention a few here, you can see the titles of the selected projects at the website below, and google many of them for further information.<br />
Juanjo Giménez Pena from Barcelona presented a wonderful cinematic project ”Contact Proof”, built on negatives and slides from the French photographer Pascal le Pipe, mostly Americana as I understood it. His director colleague from Barcelona, who has attended DocsBarcelona several times, Albert Solé, plans to go with charismaric Spanish science pioneer back to the Antarctica to revive ”Frozen Memories”. Polish Krzysztof Kopczynski presented the strong story, “Dybbuk”, from Uman in Ukraine, where Chassids travel to celebrate Rosh Hashanah at the grave of Rabbi Rachman, and where clashes appear between the locals and the visitors. Italian Ivan Gergolet has a wonderful 90 year old Maria Fux, who helps people find themselves in “Dancing with Maria”. Macedonian Atanas Georgiev charmed with “Funeral and Wedding Orchestra”, like his previous “Cash and Marry” full of cinematic quality, humour and atmosphere.<br />
<span style="text-decoration: underline;"><a href="http://www.docsbarcelona.com/"><span style="color: #3a5464;">www.docsbarcelona.com</span></a></span></div><div style="border-top: #999999 1px dotted; padding-top: 5px;"><div style="float: left; margin-bottom: 30px; width: 430px;"><span style="color: #999999; font-size: xx-small;">Tilføjet i kategorierne: <span style="color: #69b5e3;">Festival, Articles/Reviews ENGLISH</span></span></div></div>Alessandro Negrinihttp://www.blogger.com/profile/08989124184164192717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2818374506566220779.post-85296436189568799442012-01-14T17:34:00.000-08:002012-01-14T17:34:05.779-08:00INTERVISTA LINDRO<div class="occhiello"><span style="color: blue; font-size: large;">Il documentario cult di Alessandro Negrini: italiano vive da anni in Irlanda</span></div><h3><span style="color: red; font-size: x-large;">’Paradiso’, tolleranza a passo di tango</span></h3><a href="http://www.lindro.it/Paradiso-tolleranza-a-passo-di,4242#.TsJqsvTz2so">http://www.lindro.it/Paradiso-tolleranza-a-passo-di,4242#.TsJqsvTz2so</a><br />
<br />
<div class="sottotitolo">Una delicata vicenda dedicata alla musica e alla danza ambientata in un quartiere-ghetto di Derry </div><div class="image"><img alt="" class="spip_logos" height="384" src="http://www.lindro.it/local/cache-gd2/f4b2ec4e4ea04bdd53b3526afc15b008.jpg" style="height: 384px; width: 549px;" width="549" /></div><div class="content"><!--div class="content_highlight"> <div class="occhiello">di: Beatrice Bonzi</div><h4><a href="Paradiso-tolleranza-a-passo-di,4242" title="Vai all'articolo">Un ruolo importante</a></h4><div class="sottotitolo"><a href="Paradiso-tolleranza-a-passo-di,4242" title="Vai all'articolo"><p>"serve la società ma anche lo Stato"</p></a></div></div--><!--div class="content_intro"></div--></div><div class="text"><span data-scayt_word="Derry" data-scaytid="1">D<strong>erry</strong></span><strong>, o <span data-scayt_word="Londonderry" data-scaytid="2">Londonderry</span>, è una città divisa</strong>. Ha due nomi, due anime, e un fiume che più che attraversarla, la spezza a metà. <strong>Su una sponda vivono i cattolici, sull’altra i protestanti, due comunità che la sanguinosa guerra civile nord-irlandese ha ineluttabilmente allontanato.</strong> Come spesso accade per i luoghi che sono sopravvissuti a un evento traumatico, questa cittadina dell’Irlanda del Nord – la seconda per grandezza dopo Belfast, ha oggi un’aria spavalda - allegra e malinconica insieme, e lo spirito di chi vuole lasciarsi dietro un passato che è forse ancora troppo vicino per essere dimenticato. <br />
Proprio nel cuore di <span data-scayt_word="Derry" data-scaytid="3">Derry</span> poi, a tenere vivo il ricordo di trent’anni di violenza settaria, esiste un quartiere chiamato <span data-scayt_word="Fountain" data-scaytid="5">Fountain</span>, che prima dei <span data-scayt_word="troubles" data-scaytid="6">troubles</span> era vivace, brulicante di pub, ristoranti e sale da ballo. <strong>Oggi è un paradosso urbano, un piccolo agglomerato circondato da mura dietro cui continuano a vivere poco più di trecento persone, quasi tutte anziane</strong>: quel che resta dell’unica enclave protestante del centro di <span data-scayt_word="Derry" data-scaytid="4">Derry</span>, divenuto zona neutrale dopo la fine del conflitto.<br />
E’ in questo luogo altamente simbolico che <strong>Alessandro <span data-scayt_word="Negrini" data-scaytid="9">Negrini</span></strong>, regista torinese stabilitosi a <span data-scayt_word="Derry" data-scaytid="7">Derry</span> da qualche anno, ha girato <strong>’<em>Paradiso</em>’</strong>,<strong> uno splendido documentario <span data-scayt_word="commissionato" data-scaytid="10">commissionato</span> dalla BBC che continua a raccogliere recensioni eccellenti e ad aggiudicarsi premi nei maggiori festival di tutto il mondo</strong> – dall’India al Bangladesh passando per l’Italia e l’Ungheria. Il film racconta – o forse è meglio dire ’cattura<em>’</em>, la piccola grande vicenda di <strong><span data-scayt_word="Roy" data-scaytid="11">Roy</span> <span data-scayt_word="Arbuckle" data-scaytid="12">Arbuckle</span></strong> e degli altri <strong><span data-scayt_word="Signetts" data-scaytid="13">Signetts</span></strong>, <strong>una band di <span data-scayt_word="ultrasettantenni" data-scaytid="14">ultrasettantenni</span> che decide di riunirsi per tornare a suonare </strong>sul palco del <span data-scayt_word="Mem" data-scaytid="15">Mem</span>, il locale in cui prima della guerra i cittadini di <span data-scayt_word="Derry" data-scaytid="8">Derry</span> appassionati di danza si ritrovavano e insieme, senza fare caso a questioni di nascita o religione, semplicemente, ballavano.<br />
Alessandro <span data-scayt_word="Negrini" data-scaytid="16">Negrini</span> racconta allora di come ’<em>Paradiso</em>’ sia il frutto di un errore di percorso, del suo amore per la terza età, del lavoro di regista in Irlanda del Nord e del perché ancora non abbiamo potuto vedere il suo documentario sugli schermi italiani. <br />
<strong></strong><br />
<strong>In una intervista radiofonica di qualche tempo fa avevi spiegato che quella di libertà è un’idea fondamentale per Paradiso. Trovo molto interessante e coraggioso che anche tu, come regista, ti sia preso la libertà di fare un film che ha per protagonisti un gruppo di anziani e ambientato nelle delle sale da ballo, una scelta che non dev’essere stato facile far digerire ai produttori. </strong><br />
Io nutro una passione gigantesca per gli anziani, che sono come dei libri umani che ci dimentichiamo di aprire. Nel caso specifico di Paradiso ebbi la fortuna di scoprire – o essere scoperto - ancora non l’ho capito, da queste due vecchiette straordinarie (<span data-scayt_word="Kathleen" data-scaytid="18">Kathleen</span> e <span data-scayt_word="May" data-scaytid="19">May</span>, due delle protagoniste nonché muse ispiratrici del film, <span data-scayt_word="NdR" data-scaytid="20">NdR</span>) che mi hanno insegnato che occorre un sacco di tempo per diventare giovani. E infatti io prendo lezioni da loro continuamente, vado a trovarle tutte le settimane. E poi c’è il fatto che io sono cresciuto nelle sale da ballo. Mio nonno gestiva in un paesino del ferrarese un teatro cinema che nel fine settimana si trasformava in balera. Poi, una volta <span data-scayt_word="trasferitomi" data-scaytid="21">trasferitomi</span> a Torino dopo il divorzio dei miei genitori, cominciai a seguire mia mamma nelle sale da ballo della città. E’ per colpa sua sono diventato un nottambulo, mi sono lasciato rapire da questi profumi e queste atmosfere <span data-scayt_word="ktich" data-scaytid="22">ktich</span>.<strong> </strong>In fondo Paradiso è anche un tributo a questo mondo, che in Italia sta scomparendo - o forse è già <span data-scayt_word="scomparso.”" data-scaytid="17">scomparso.”</span><strong></strong><br />
<strong>Com’è iniziata la storia di Paradiso?</strong><br />
L’origine di tutto il film è un errore, e questo dimostra come a volte gli errori abbiano un valore enorme. Un giorno, poco dopo essere arrivato a <span data-scayt_word="Derry" data-scaytid="23">Derry</span>, mi persi e imboccai quel passaggio pedonale che si vede all’inizio del film e che porta all’interno del <span data-scayt_word="Fountain" data-scaytid="24">Fountain</span>. Pensavo fosse una scorciatoia, invece scoprii che si trattava di un labirinto chiuso dal quale potevo uscire solo tornando al punto da cui ero arrivato.<strong> </strong>E così ho scoperto questo mondo, questa piccola prigione a cielo aperto, invisibile, e mi sono incuriosito. Ho voluto capire chi viveva in questa prigione. Ho cominciato a fare ricerche, sono andato a bussare alle porte del <span data-scayt_word="Fountain" data-scaytid="25">Fountain</span> e una di queste porte fu aperta da <span data-scayt_word="Kathleen" data-scaytid="26">Kathleen</span> e <span data-scayt_word="May" data-scaytid="27">May</span>, che mi invitarono ad entrare e non capivano perché un italiano andava a far domande sul loro quartiere. Quel giorno scoprii la loro passione per il ballo – per il tango anche, che poi è diventato nella mia testa il tempo del film, cioè il movimento di queste due entità che si avvicinano e si allontanano senza toccarsi veramente mai.<br />
<strong></strong><br />
<strong>Immagino che ti abbiano descritto spesso come un cervello in fuga, ti identifichi in questa definizione?</strong><br />
Questa cosa dei cervelli in fuga mi viene in effetti chiesta in continuazione e non so mai cosa rispondere, perché in realtà è il mio cervello che a volte fugge da me – impazzisce e mi fa fare delle cose strane come diventare un regista appunto, che è un lavoro assolutamente non normale. E non so nemmeno se posso <span data-scayt_word="definirmi" data-scaytid="30">definirmi</span> un regista in fuga, perché io nasco come regista all’estero, anche se in realtà adesso sto lavorando anche in Italia, con una coproduzione. ’Cervelli in fuga’ secondo me viene utilizzato spesso in maniera retorica. Non so se ci voglia così tanto coraggio a fuggire, diciamo che ci vuole anche tanto coraggio a restare. Non mi sento di farmene un vanto. Io sono fuggito dall’Italia prima che diventasse invivibile – e già la vedevo invivibile allora.. penso comunque che alla fine tutto ricada in quella che è la tua natura, probabilmente se fossi nato a <span data-scayt_word="Derry" data-scaytid="28">Derry</span>, sarei fuggito da <span data-scayt_word="qui.”" data-scaytid="29">qui.”</span><br />
<strong></strong><br />
<strong>A livello professionale, quali sono le differenze che hai notato fra la realtà italiana e quella del Regno Unito?</strong><br />
“La differenza sul campo è gigantesca rispetto all’Italia, soprattutto a livello di metodo. Il mondo del documentario è forse un po’ diverso, però le notizie che arrivano dal nostro paese sono allarmanti. Un mio amico che fa il regista a Roma, mi ha detto che lì per lavorare devi andare alle feste. E poi l’altra grande differenza è la mancanza di soldi per far cinema. In Italia devi cercare i soldi quasi totalmente all’estero, non <span data-scayt_word="essendoci" data-scaytid="34">essendoci</span> più la figura del produttore-mecenate. Oggi il produttore va a cercare i soldi a destra e a manca, ed è così anche qui, ma con una dinamica molto più seria, almeno per quella che è stata la mia esperienza. <br />
Comunque, approssimazione è la parola che più mi viene in mente. In Italia è tutto <span data-scayt_word="contaminato" data-scaytid="35">contaminato</span> dalla televisione, va tutto al ribasso<strong>.</strong> Anche qui devi fare l’audience, eppure lo sconosciuto Alessandro <span data-scayt_word="Negrini" data-scaytid="32">Negrini</span> viene <span data-scayt_word="commissionato" data-scaytid="33">commissionato</span> e il suo film va in onda di lunedì sera alle su BBC 1. Quando ’<em>Paradiso</em>’ ha cominciato a farsi conoscere, la Rai mi ha contattato e mi ha chiesto di mandarlo in onda... gratis. Esiste questa cultura del non pagare, di giocare al ribasso.<br />
Un’altra differenza è che qui quando inizi non devi avere la raccomandazione. <strong></strong>Hai la possibilità di proporre le tue idee – che poi magari vengono bocciate, però almeno ti viene consentito di fare il primo passo.<br />
<strong></strong><br />
<strong>E’ stato così anche per Paradiso?</strong><br />
Sì, e ovviamente non è stato facile. Io sono andato a proporre un film con degli anziani come protagonisti, su un ghetto che probabilmente morirà tutto, quindi un’idea tutt’altro che commerciale. E poi ho dovuto anche convincerli che il film sarebbe stato divertente. Non è stato facile, ma alla fine ha funzionato. Mentre in Italia o bluffi o fai il millantatore.<br />
<strong>In questo periodo stai viaggiando molto per presentare il tuo film..</strong><br />
E’ vero, mi sento un po’ zingaro. Le prossime destinazioni saranno Roma e poi gli Stati Uniti Sto viaggiando anche per il progetto nuovo.<br />
<strong></strong><br />
<strong>Si può dire qualcosa su questo tuo nuovo progetto?</strong><br />
Guarda, sono un emigrato e mi porto dietro anche tutti i <span data-scayt_word="cliché" data-scaytid="51">cliché</span> dell’emigrato, sono molto scaramantico.. si tratta di due coproduzioni, ma non ti dico di più!<br />
<strong></strong><br />
<strong>Che consiglio daresti al tipico giovane regista in erba?</strong><br />
In realtà io stesso mi sento sia giovane sia in erba, e <span data-scayt_word="rappresento" data-scaytid="52">rappresento</span> un pessimo esempio perché non ho fatto la scuola di cinema, ho imparato tutto sul campo. E nella mia vita pensavo di fare tutt’altro. Ovviamente ho sempre amato il cinema, mio nonno aveva questo piccolo cinema, ho mangiato pane e film. Però non ci pensavo, non mi sentivo all’altezza. Però il consiglio che posso dare è di guardare i film, conosco tanti giovani registi che non conoscono il cinema.. essere meno ossessionati con il proprio ombelico e di perdersi un po’.<br />
<strong></strong><br />
<strong>Quali sono i maestri che ti ispirano e a cui fai riferimento quando lavori?</strong><br />
“Il mio lume – e mi sembra quasi offensivo tirarlo giù dal piedistallo, è Fellini. Poi c’è un regista norvegese che adoro e che ho conosciuto di persona. Si chiama Knut <span data-scayt_word="Erik" data-scaytid="45">Erik</span> <span data-scayt_word="Jensen" data-scaytid="46">Jensen</span> e anche lui ha fatto un film meraviglioso su dei vecchietti, si chiama ’<em>Cool and </em><span data-scayt_word="Crazy’" data-scaytid="47"><em>Crazy</em>’</span> e parla di un coro di ottantenni che vive nel circolo polare artico. Lui è un regista che amo perché guardando i suoi film ti rendi conto che non cerca e scopre le persone solo per <span data-scayt_word="filmarle" data-scaytid="48">filmarle</span>,<strong> </strong>c’è un grande amore che traspare dai suoi lavori. Poi i punti di riferimento cambiano come cambiano i gusti per le donne o per le città.</div>Alessandro Negrinihttp://www.blogger.com/profile/08989124184164192717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2818374506566220779.post-80847377512237152612012-01-07T08:27:00.000-08:002012-01-07T08:27:16.941-08:00REGISTI EMERGENTI - Intervista Seconda Parte<a href="http://cinemio.it/film-italiani/alessandro-negrini-paradiso-2/13997/">http://cinemio.it/film-italiani/alessandro-negrini-paradiso-2/13997/</a><br />
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<h1><a href="http://cinemio.it/film-italiani/alessandro-negrini-paradiso-2/13997/" rel="bookmark">Registi emergenti: Paradiso di Alessandro Negrini – seconda parte</a></h1><div class="meta clearfix">Posted by <a href="http://cinemio.it/author/antonella-lovedream/" title="Articoli scritti da: Antonella Molinaro">Antonella Molinaro</a> on Gen 3, 2012 in <a href="http://cinemio.it/category/film-italiani/" rel="category tag" title="Visualizza tutti gli articoli in film italiani">film italiani</a>, <a href="http://cinemio.it/category/registi-emergenti-2/" rel="category tag" title="Visualizza tutti gli articoli in registi emergenti">registi emergenti</a> | <a href="http://cinemio.it/film-italiani/alessandro-negrini-paradiso-2/13997/#comments">No Comments</a> </div><!-- Facebook Like Button v1.9.6 BEGIN [http://blog.bottomlessinc.com] --><iframe allowtransparency="allowtransparency" frameborder="0" scrolling="no" src="http://www.facebook.com/plugins/like.php?href=http%3A%2F%2Fcinemio.it%2Ffilm-italiani%2Falessandro-negrini-paradiso-2%2F13997%2F&layout=standard&show_faces=true&width=450&action=like&colorscheme=light" style="align: left; border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; height: 30px; margin: 2px 0px; overflow: hidden; width: 450px;"></iframe><!-- Facebook Like Button END --><br />
Eccoci arrivati alla seconda parte dell’<a href="http://cinemio.it/film-italiani/alessandro-negrini-paradiso/13994/" target="_blank">intervista</a> ad <strong>Alessandro Negrini</strong> che ci racconta tutti i retroscena di <strong>Paradiso</strong>, il suo ultimo pluripremiato documentario sulla voglia di realizzare un sogno.<span id="more-13997"></span><br />
<h2>Le domande al regista</h2><h3>Alessandro, com’è stato girare con i musicisti e con le ‘bamboline del MEM’? Ci sono degli aneddoti che ti va di raccontare?</h3><blockquote>Le due protagonisti femminili, le due sorelle del tango Kathleen e May, <strong>sono una fabbrica di contagiosa gioventù e allegria</strong>. Loro sono l’esatta trasposizione del piccolo fiore giallo che, nel film, riesce a fuoriuscire dal muro di plexiglass. Loro sono evase da quel carcere senza nemmeno saperlo. La paura dell’altro non le ha mai contagiate, nemmeno durante il conflitto. Il loro problema era guardare come ballava un uomo, non di che religione fosse.<br />
Quando le incontrai capii che la loro passione per il tango poteva dare il tempo del film. In fondo <strong>il tango è un movimento tra due identità che si sfiorano senza toccarsi</strong> mai veramente, come quella cattolica e quella protestante in Irlanda del Nord.<br />
Quando andammo a filmarle, per esempio nella scena in cui ballano in cucina, non ho mai chiesto loro di farlo: il segreto era di preparare il set, le luci e nel mentre farsi intrattenere da loro. E tra una parola e l’altra, io mettevo su un cd con un tango, <strong>e dopo 10 secondi loro non ce la facevano</strong>, si mettevano a ballare dimenticandosi completamente delle telecamere.<br />
Una scena dovemmo rifarla tre volte perchè, ogni volta, Kathleen e May mi trascinavano davanti alla telecamera a ballare con loro. Devo dire che tra me e loro nacque immediatamente una complicità legata al <strong>reciproco amore per le sale da ballo</strong>. Io nelle sale da ballo ci sono cresciuto, mia mamma mi ci portava con se da bambino.<br />
Lì dentro scoprii il fascino di un mondo purtroppo scomparso. Una reverie alla francese dove passavo il tempo ad osservare le donne che ballavano. Ancora adesso, a volte, <strong>mi addormento sperando di sognare quei passi</strong>, quei profumi, quelle atmosfere.</blockquote><div class="wp-caption alignnone" id="attachment_14009" style="width: 370px;"><a href="http://cinemio.it/wp-content/upload/paradiso_4.jpg"><img alt="" class="size-full wp-image-14009" height="240" src="http://cinemio.it/wp-content/upload/paradiso_4.jpg" title="paradiso_4" width="360" /></a> <div class="wp-caption-text">Le Bamboline del Mem</div></div><h3>Il documentario è girato in Irlanda del Nord dove tu vivi da un pò. Com’è la situazione per i registi lì? Pensi che ci siano più opportunità rispetto all’Italia?</h3><blockquote>Rispetto all’Italia è senza dubbio migliore. In Italia<strong> lo spazio lasciato al film documentario è quello lasciato agli indiani in America</strong>, viene messo nelle riserve. Ci sono alcune isole di coraggiosa resistenza come l’evento annuale <strong>Documentary in Europe</strong> a Bardonecchia o <strong>Rai Doc</strong> di Rai tre.<br />
Manca però proprio l’idea popolare del documentario come film vero e proprio, che non sia reportage giornalistico o film d’elite. <strong>Il cinema nasce come documentario</strong>, i fratelli Lumiere trasmisero la magia del cinema filmando la realtà. Ancora adesso, quando dico che faccio film documentari, alcuni amici o conoscenti pensano che io faccia film sui pesci tropicali o sui pinguini.<br />
Una mia amica di recente, mi ha detto: “<em>senti, ma quando lo fai un film vero?</em>” Come un film vero? Paradossalmente <strong>cosa c’è di più vero di un film con personaggi veri?</strong><br />
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Siami divisi, non ci parliamo, tutti asserragliati in casa a guardare uno che alle otto di sera apre dei pacchi in televisione. Viviamo in società che generano disperate solitudini, tutte chinate sul proprio ombelico e tutte domate da mille paure. Credo che al pubblico piaccia <strong>Paradiso</strong> perchè, in punta di piedi, ci suggerisce che <strong>si, forse è sempre possibile “<em>riaprire le danze</em>”</strong>. Evadere. Smettere d’essere domati dalla paura di tutto.<br />
La peggior cosa che può capitare a chi vive in carcere, per quanto invisibile quel carcere sia, è <strong>dimenticarsi d’essere dietro a un muro</strong>. Convincersi che vivere dietro quel muro sia normale è il vero crimine, il vero Paradiso perduto.</blockquote><div class="wp-caption alignnone" id="attachment_14006" style="width: 366px;"><a href="http://cinemio.it/wp-content/upload/Paradiso-Cinema-Cagliari.jpg"><img alt="" class="size-full wp-image-14006" height="267" src="http://cinemio.it/wp-content/upload/Paradiso-Cinema-Cagliari.jpg" title="Paradiso Cinema Cagliari" width="356" /></a> <div class="wp-caption-text">Una presentazione di Paradiso al pubblico</div></div><h3>Quali sono i tuoi progetti futuri?</h3><blockquote>Il mio progetto principale è godermi la vita, che è il progetto più a lungo termine che ho. Oltre a questo <strong>sto lavorando a due nuovi film</strong>, uno è un film documentario che sarà girato in Italia, e l’altro un film “<em>vero</em>” come direbbe la mia amica. E chissà, magari prima o poi faccio anche il film sui pesci tropicali.<br />
Mi piacerebbe anche fare un film sul linguaggio e su come esso domini la nostra percezione delle cose. Leggevo qualche tempo fa di una direttiva Cee che stabilisce che il tuo corpo può assorbire lo 0,02 di benzene, che è un veleno. <strong>Decidono, linguisticamente, che il veleno è tollerabile</strong>: ma non vi può essere tolleranza o approssimazione su certi argomenti, il veleno non può essere <em>un pò</em> tollerabile.<br />
E’ come se io ti chiedessi “<em>sei incinta?</em>”, e tu mi rispondessi: “<em>un po’</em>“. Dobbiamo riappropriarci del linguaggio, come si dice in <strong>Miracolo a Milano</strong>” di De Sica, “<em>vivere in un paese dove un buongiorno significa buongiorno</em>“. E, magari, riaprire qualche sala da ballo.</blockquote><div class="wp-caption alignnone" id="attachment_14004" style="width: 368px;"><a href="http://cinemio.it/wp-content/upload/Alessandro-Negrini.jpg"><img alt="" class="size-full wp-image-14004" height="288" src="http://cinemio.it/wp-content/upload/Alessandro-Negrini.jpg" title="Alessandro Negrini" width="358" /></a> <div class="wp-caption-text">Il regista Alessandro Negrini</div></div>Ringrazio di cuore Alessandro per la sua disponibilità e consiglio vivamente i nostri lettori di cercare e vedere il suo piccolo gioiellino.Alessandro Negrinihttp://www.blogger.com/profile/08989124184164192717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2818374506566220779.post-31767727341540352882012-01-07T08:25:00.000-08:002012-01-07T08:25:24.288-08:00REGISTI EMERGENTI - Intervista CINEMIO.IT<a href="http://cinemio.it/film-italiani/alessandro-negrini-paradiso/13994/">http://cinemio.it/film-italiani/alessandro-negrini-paradiso/13994/</a><br />
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<div class="post-13994 post type-post hentry category-film-italiani category-registi-emergenti-2 tag-alessandro-negrini tag-antonella-molinaro tag-paradiso tag-registi-emergenti"><h1><a href="http://cinemio.it/film-italiani/alessandro-negrini-paradiso/13994/" rel="bookmark">Registi emergenti: Paradiso di Alessandro Negrini</a></h1><div class="meta clearfix">Posted by <a href="http://cinemio.it/author/antonella-lovedream/" title="Articoli scritti da: Antonella Molinaro">Antonella Molinaro</a> on Gen 2, 2012 in <a href="http://cinemio.it/category/film-italiani/" rel="category tag" title="Visualizza tutti gli articoli in film italiani">film italiani</a>, <a href="http://cinemio.it/category/registi-emergenti-2/" rel="category tag" title="Visualizza tutti gli articoli in registi emergenti">registi emergenti</a> | <a href="http://cinemio.it/film-italiani/alessandro-negrini-paradiso/13994/#comments">5 Comments</a> </div><!-- Facebook Like Button v1.9.6 BEGIN [http://blog.bottomlessinc.com] --><iframe allowtransparency="allowtransparency" frameborder="0" scrolling="no" src="http://www.facebook.com/plugins/like.php?href=http%3A%2F%2Fcinemio.it%2Ffilm-italiani%2Falessandro-negrini-paradiso%2F13994%2F&layout=standard&show_faces=true&width=450&action=like&colorscheme=light" style="align: left; border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; height: 30px; margin: 2px 0px; overflow: hidden; width: 450px;"></iframe><!-- Facebook Like Button END -->Oggi parliamo di un interessante documentario girato in Irlanda del Nord da un regista italiano: <strong>Paradiso</strong> di <strong>Alessandro Negrini</strong> che racconta la vita del Fountain, un quartiere rinchiuso dietro ad un muro a causa della continua lotta tra cattolici e protestanti.<span id="more-13994"></span><br />
<strong>Alessandro Negrini</strong> è un pluripremiato regista e poeta, nato a Torino. Definitosi un regista per errore ha trascorso la maggior parte degli ultimi anni ’90 viaggiando in Europa, e scrivendo. Nel 2001 si è trasferito in Irlanda del Nord dove, prima di diventare regista, ha lavorato come bidello, rappresentante dello sconosciuto Circo Tribertis, guida non riconosciuta in un museo e distributore a domicilio di Pagine Gialle.<br />
Attualmente collabora come regista indipendente con la BBC e RTE . I suoi lavori più conosciuti sono una combinazione di documentari, fiction e poesia e parlano di esclusione sociale e senza tetto. <strong>Paradiso</strong>, il suo ultimo, pluripremiato documentario, è stato commissionato dalla BBC ed ha avuto riconoscimenti in tutto il mondo, selezionato in oltre 40 festival e vincendo 15 premi internazionali.<br />
<div class="wp-caption alignnone" id="attachment_14005" style="width: 368px;"><a href="http://cinemio.it/wp-content/upload/paradiso-ISCHIA-FILM-FESTIVAL.jpg"><img alt="" class="size-full wp-image-14005" height="536" src="http://cinemio.it/wp-content/upload/paradiso-ISCHIA-FILM-FESTIVAL.jpg" title="paradiso ISCHIA FILM FESTIVAL" width="358" /></a> <div class="wp-caption-text">Paradiso premiato all'Ischia Film Festival</div></div><h2>Paradiso</h2>Nella città di Derry, in Irlanda del Nord c’è Fountain, un quartiere un tempo vitale che ospitava le più belle sale da ballo ed oggi ridotto ad <strong>un ghetto dietro un muro a seguito della guerra nordirlandese</strong>. Fountain ospita ormai poche anime, la maggior parte anziane ed è destinato a spegnersi lentamente.<br />
<strong>Roy Arbuckle</strong>, musicista che un tempo suonava con la sua band, The Signetts, al The Mem, la sala da ballo protestante più popolare di tutta la città, ha raccolto in un cd le sue canzoni dedicate al suo quartiere e ha deciso di affrontare la paura lasciata dal conflitto con una sfida: <strong>una grande serata danzante al Mem</strong> dove cattolici e protestanti potranno ballare nuovamente insieme.<br />
Riuscirà prima di tutto a riunire il vecchio gruppo e ad organizzare la serata?<br />
<strong>Può una favola essere raccontata in un documentario?</strong> Il regista Alessandro Negrini con il suo <strong>Paradiso</strong> ci è sicuramente riuscito. Nonostante sia tutto assolutamente vero, nato per di più da una chiacchierata, davanti ad una birra, del regista con il musicista Arbuckle, Paradiso ha davvero <strong>tutta l’aria di una fiaba a lieto fine</strong> dove i protagonisti non vogliono altro che rivivere il piacere di un tempo di ballare insieme che è stato rubato loro da un’inutile guerra idealista e fratricida.<br />
Seguendo le fasi di preparazione della serata, <strong>una vera e propria sfida alla paura che aleggia intorno al muro del Fountain</strong>, Negrini ci rende partecipi della speranza in un sogno di questa gente che, nonostante l’età avanzata, desidera ancora divertirsi rivivendo il piacere di un tempo della compagnia e del ballo.<br />
Un piccolo gioiellino che definire documentario è quasi riduttivo, almeno nel senso e nell’importanza che in Italia è data a questo genere così bistrattato. Prima di lasciare la parola al regista voglio assolutamente menzionare ‘<strong>Le bamboline del MEM</strong>‘, due simpaticissime anziane sorelle amanti del tango dalla cui arguzia, vitalità e voglia di divertirsi c’è davvero tanto da imparare.<br />
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A me piacciono i film che amoreggiano col linguaggio del sogno, quelli che raccontando una storia, seppur vera, <strong>assumono i connotati della fiaba e del sogno</strong>. In fondo il cinema è questo, è entrare in un mondo onirico che tuttavia dice la verità, e credo che il documentario come genere ne abbia le potenzialità all’origine.<br />
E una sera, seduto al bancone di un pub a bere con Roy (il musicista protagonista del film), tra un sorso di Guinness e l’altro, emerse questa domanda: <strong>e se li facessimo ballare, tutti, questi cattolici e protestanti divisi da 40 anni?</strong> E se sfidassimo questa maledetta, fottuta paura?<br />
E cosi nacque la struttura narrativa del film, il viaggio musicale ed il tentativo di organizzare una grande serata danzante. Devo confessare che mi piace l’idea che questa serata al centro del film <strong>sia nata tra la sobrietà e l’ubriacatura</strong>.</blockquote><div class="wp-caption alignnone" id="attachment_14008" style="width: 367px;"><a href="http://cinemio.it/wp-content/upload/paradiso_2.jpg"><img alt="" class="size-full wp-image-14008" height="238" src="http://cinemio.it/wp-content/upload/paradiso_2.jpg" title="Paradiso - Besom Productions." width="357" /></a> <div class="wp-caption-text">Il musicista Roy Arbuckle</div></div><h3>Quanto tempo sei stato fianco a fianco con Roy Arbuckle ed il suo gruppo The Signetts?</h3><blockquote>A me piace l’idea di poter fare film <strong>non “su” ma “con” qualcuno</strong>. Con Roy la frequentazione è stata costante. Abbiamo condiviso i sogni le speranze ed i timori che l’intera idea potesse fallire. Sino alla vigilia della serata danzante <strong>non sapevamo cosa sarebbe successo</strong>, se qualcuno sarebbe poi effettivamente venuto o no.<br />
Così come abbiamo condiviso<strong> i problemi sorti durante la produzione</strong>: tutti i protagonisti, nonostante avessero tra i 70 e gli 85 anni, sono delle <em>primedonne</em> le cui personalità spesso si scontravano. Diciamo che alla base della coesistenza dei personaggi di <strong>Paradiso</strong> ci sono barili di birra.</blockquote><h3>Com’è andata la fase di preparazione del documentario?</h3><blockquote>All’inizio non fu facile trovare i soldi. <strong>La BBC ha avuto fiducia ed anche coraggio nel finanziare questo film</strong> su personaggi con un’età media tra i 70 e gli 85 anni e su un quartiere destinato a morire. La sceneggiatura fu sviluppata attraverso la collaborazione con il grande <strong>David Wingate</strong>, che considero il mio mentore.<br />
Dopodichè, lo sviluppo del film, così come la produzione, è stato basato su un principio fondamentale: <strong>il divertirsi seppur lavorando</strong>. L’elemento della ludicità, del gioco è stato fondamentale nel far si che dal film trasparisse il senso di totale spontaneità e freschezza su cui è basato il mio rapporto coi protagonisti.</blockquote><div class="wp-caption alignnone" id="attachment_14004" style="width: 368px;"><a href="http://cinemio.it/wp-content/upload/Alessandro-Negrini.jpg"><img alt="" class="size-full wp-image-14004" height="288" src="http://cinemio.it/wp-content/upload/Alessandro-Negrini.jpg" title="My beautiful picture" width="358" /></a> <div class="wp-caption-text">Il regista Alessandro Negrini</div></div>Termina qui la prima parte dell’intervista ad Alessandro Negrini. Continua a leggere la <a href="http://cinemio.it/film-italiani/alessandro-negrini-paradiso-2/13997/" target="_blank">seconda parte</a>.<br />
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<li id="li-comment-2255"><div class="comment comment" id="comment-2255"><img alt="" class="avatar avatar-60 photo" height="60" src="http://0.gravatar.com/avatar/64a79b95b3ba1c8ac25f6259053312a3?s=60&d=http%3A%2F%2Fcinemio.it%2Fwp-content%2Fthemes%2Fcraft%2Fimages%2Fdefault_avatar.png%3Fs%3D60&r=G" width="60" /> <h5>Elena</h5><span class="date">3 Gennaio 2012</span> Davvero un’intervista stimolante, piena di ironia ma anche provocazioni intelligenti. Bravi!</div><!-- end comment --></li>
<li id="li-comment-2260"><div class="comment comment" id="comment-2260"><a href="http://cinemio.it/?fbconnect_action=myhome&userid=15"><img alt="" class="avatar avatar-60 photo" height="60" src="http://0.gravatar.com/avatar/459be6fdc304d59ca0f7406fd134c25c?s=60&d=http%3A%2F%2Fcinemio.it%2Fwp-content%2Fthemes%2Fcraft%2Fimages%2Fdefault_avatar.png%3Fs%3D60&r=G" width="60" /></a> <h5><a class="url" href="http://cinemio.it/?fbconnect_action=myhome&userid=15" rel="external nofollow">Antonella Molinaro</a></h5><span class="date">4 Gennaio 2012</span> Grazie Anna, grazie Elena!<br />
Il merito è ovviamente di Alessandro Negrini, simpaticissimo e disponibilissimo. Il suo Paradiso è assolutamente da vedere!</div><!-- end comment --></li>
<li id="li-comment-2261"><div class="comment comment" id="comment-2261"><img alt="" class="avatar avatar-60 photo" height="60" src="http://0.gravatar.com/avatar/0055990858d44820c99c10f6faa82e08?s=60&d=http%3A%2F%2Fcinemio.it%2Fwp-content%2Fthemes%2Fcraft%2Fimages%2Fdefault_avatar.png%3Fs%3D60&r=G" width="60" /> <h5>Giulia</h5><span class="date">4 Gennaio 2012</span> Complimenti, intervista interessantissima.</div><!-- end comment --></li>
<li id="li-comment-2262"><div class="comment comment" id="comment-2262"><img alt="" class="avatar avatar-60 photo" height="60" src="http://1.gravatar.com/avatar/5c0ca70991658fa95b129ceda7993ea5?s=60&d=http%3A%2F%2Fcinemio.it%2Fwp-content%2Fthemes%2Fcraft%2Fimages%2Fdefault_avatar.png%3Fs%3D60&r=G" width="60" /> <h5>daniele</h5><span class="date">5 Gennaio 2012</span> complimenti, quando ti ho conosciuto ho notato in te un vero talento<br />
bravo auguri Daniele Caracciolo<a href="http://cinemio.it/film-italiani/alessandro-negrini-paradiso/13994/">REGISTI EMREGENTI - INTERVISTA CINEMIO.IT</a></div><!-- end comment --></li>
</ol></div></div>Alessandro Negrinihttp://www.blogger.com/profile/08989124184164192717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2818374506566220779.post-58703619386823625942011-12-24T02:37:00.000-08:002011-12-24T02:37:07.206-08:00CONVERSANDO CON ALESSANDRO NEGRINI - Intervista di Stefano Coccia<a href="http://www.romalive.org/primo-piano/irishfilmfesta-conversando-con-alessandro-negrini/">http://www.romalive.org/primo-piano/irishfilmfesta-conversando-con-alessandro-negrini/</a>Alessandro Negrinihttp://www.blogger.com/profile/08989124184164192717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2818374506566220779.post-57963498830522587522011-12-24T02:28:00.001-08:002011-12-24T02:28:45.251-08:00CONVERSANDO CON ALESSANDRO NEGRINI - Intervista di Stefano Coccia<h2 class="title">IrishFilmFesta: conversando con Alessandro Negrini</h2><div class="clearfloat" id="stats"><span class="left">Scritto da <a href="http://www.romalive.org/author/stefano-coccia/" rel="author" title="Articoli scritti da: Stefano Coccia">Stefano Coccia</a> on martedì, 20 dicembre 2011</span><span class="right"><a href="http://www.romalive.org/primo-piano/irishfilmfesta-conversando-con-alessandro-negrini/#respond">No Comment</a></span></div><div class="entry clearfloat"><!-- INIZIO PARTE COMMENTATA ANTI THUMB --><!-- img src="http://www.romalive.org/wp-content/themes/arthemia-premium/scripts/timthumb.php?src=http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/Piemonte-Movie-Film-Festival-01.jpg&w=150&h=150&zc=1&q=100"
alt="IrishFilmFesta: conversando con Alessandro Negrini" class="left" width="150px" height="150px" / --><!-- FINE PARTE COMMENTATA ANTI THUMB --><iframe allowtransparency="allowtransparency" class="fbLikeContainer" frameborder="0" id="fbLikeIframe" name="fbLikeIframe" scrolling="no" src="http://www.facebook.com/plugins/like.php?href=http%3A%2F%2Fwww.romalive.org%2Fprimo-piano%2Firishfilmfesta-conversando-con-alessandro-negrini%2F&layout=standard&show_faces=true&width=300&height=55&action=like&font=arial&colorscheme=light" style="border-bottom: medium none; border-left: medium none; border-right: medium none; border-top: medium none; display: inline; height: 55px; overflow: hidden; width: 300px;"></iframe><a href="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/Piemonte-Movie-Film-Festival-01.jpg"><img alt="" class="alignleft size-medium wp-image-10027" height="300" src="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/Piemonte-Movie-Film-Festival-01-201x300.jpg" title="Piemonte Movie Film Festival 01" width="201" /></a>Tra le visioni che più ci hanno colpito, nel corso dell’Irish Film Festa, vi è stata senz’altro quella di <em>Paradiso</em>, sia per il fatto che non capita così frequentemente di vedere un documentario realizzato in Irlanda del Nord da un regista italiano, sia per la brillantezza del lavoro svolto. Per entrare subito nel vivo della questione, abbiamo pensato bene di bloccare l’autore di questo film, <strong>Alessandro Negrini</strong>, e di fargli qualche domanda.<br />
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</div>- <em>Come è nato il progetto di </em>Paradiso<em>, il tuo documentario?</em><br />
Così come tante altre cose nella mia vita, <em>Paradiso</em> ha avuto origine da un errore: stavo camminando nel centro di Derry ed entrai dentro al cancello che conduce al Fountain pensando fosse una scorciatoia. Capii poco dopo che ero invece capitato in una prigione a cielo aperto, completamente circondata dal muro di sicurezza. Da quel momento decisi di scoprire chi erano le persone che avevano deciso di vivere dietro a un muro. E come in tutte le prigioni, vi scoprii diverse tipologie di “prigioniero”. Trovai il prigioniero che non si è mai neanche accorto d’essere in prigione, e che ha passato la vita a ballare, come le due vecchiette protagoniste del film. Trovai quello che invece ha bisogno della propria prigione, che la abbellisce, che ci mette la pianta di fiori sulla finestra. E come in tutte le prigioni, trovai il prigioniero che voleva, seppur metaforicamente, evadere. Direi che “Paradiso” in fondo è la storia di una piccola, preziosa evasione. Ed il grimaldello utilizzato per evadere è in questo caso la musica. Un poeta a me caro disse: un uomo che guarda un muro è un uomo solo. Due uomini che guardano lo stesso muro è il principio di un’evasione.<br />
<a href="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/CIMG5396.jpg"><img alt="" class="alignright size-medium wp-image-10028" height="300" src="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/CIMG5396-225x300.jpg" title="CIMG5396" width="225" /></a>- <em>Abbiamo saputo che a Derry ci vivi anche ma, da quanto tempo hai contatti diretti con l’Irlanda del Nord?</em><br />
Io vivo a Derry da una decina d’anni. Quando arrivai a Derry la guerra era da poco finita, seppur ufficialmente. E quella realtà aveva dentro di sé quel disordine creativo, anche ingenuo se vuoi, dei luoghi che hanno appena abbandonato un conflitto. Si sentiva l’energia, il disordine di chi sta, volente o nolente, voltando la pagina. Io, solitamente, mi annoio laddove c’è troppo ordine. L’ordine è nullificante per me.<br />
Devo però dire che, purtroppo, Derry e l’Irlanda del Nord stanno perdendo quello che era il fascino del “voltare la pagina” . E lo stanno perdendo perché la nuova pagina su cui è finita è l’omologazione alla cultura del dio denaro. La corsa scatenata al privato, al far quattrini. Cultura che ha già travolto la repubblica d’Irlanda. Anche qui, il nuovo totem, di cui non si può parlar male, è il Mercato. Anche in Irlanda cosi come in tutta Europa, si parla del Mercato come se fosse una persona: “Oggi il mercato s’è ripreso, forse sta un po’ meglio, speriamo non abbia una ricaduta”. Sento la mancanza anche qui, come in tutta Europa, di un sogno che sia più grande di quello dell’aumento del PIL.<br />
- <em>Il tuo film introduce la realtà del Fountain, una piccola enclave protestante nella parte della città a maggioranza cattolica, attraverso l’incontro con musicisti e altri personaggi di grande spessore umano. Come si sono instaurate le relazioni con loro e cosa ti ha colpito di più, emotivamente, di questa esperienza?</em><br />
<a href="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/Kathleen-and-may-with-Roy.jpg"><img alt="" class="alignleft size-medium wp-image-10029" height="200" src="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/Kathleen-and-may-with-Roy-300x200.jpg" title="Kathleen and may with Roy" width="300" /></a>Con gli abitanti del Fountain feci un patto: dissi loro che ero un po’ matto, e che sarei potuto capitare nelle loro cucine con la telecamera. Loro dissero di sì, anche se non avevano capito bene quanto matto fossi.<br />
Per fare i registi occorre violare i confini, i muri. Ho sempre pensato che se non fossi diventato un regista sarei potuto diventare un contrabbandiere. Per questo amore del violare i confini.<br />
Iniziai così a “scavalcare” questa frontiera, a bussare alle porte delle persone, ad andare a bere nei pub limitrofi e a conoscere le persone che ci abitavano.<br />
Un giorno una di quelle porte alla quale bussai fu quella di Catherine e May, le due sorelle del tango. La loro innata, ineludibile e contagiosa freschezza mi sedusse immediatamente. Capii subito che loro sarebbero state tra i protagonisti del film.<br />
Il protagonista principale, Roy, lo conobbi in un bar dietro al Fountain. Tra una Guinness e l’altra venne fuori l’idea della serata danzante come ‘antidoto’ a quello che è il peggior lascito di ogni guerra, la paura dell’altro.<br />
Quello che mi ha colpito di più emotivamente di questa esperienza è stato questo viaggio che ho percorso insieme ai protagonisti del film. Mi piace pensare che faccio film non su qualcuno, ma “con” qualcuno. Ed è davvero fondamentale per me far sentire ai personaggi che per me loro non sono importanti perché devo filmarli, ma perché esistono. Questa è l’emozione più bella per me, il sapere che le persone che filmi rimarranno nella tua vita. Ancora adesso vado dalle due vecchiette a trovarle e a prendere ‘lezioni di gioventù, e non è raro che si finisca a ballare un valzer nella loro cucina. Loro mi hanno insegnato che, a volte, occorre un sacco di tempo per diventare giovani.<br />
<a href="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/STILL-low-angle-Roy-Arbuckle-at-Memorial-Hall.jpg"><img alt="" class="alignright size-medium wp-image-10030" height="200" src="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/STILL-low-angle-Roy-Arbuckle-at-Memorial-Hall-300x200.jpg" title="STILL low angle Roy Arbuckle at Memorial Hall" width="300" /></a>- <em>Nel corso del film si allude alla realizzazione, da parte di uno dei protagonisti, di un disco contenente ballate che rievocano passato e presente del Fountain. Che esito ha avuto questa ballata musicale?</em><br />
Il CD prodotto dal protagonista Roy, ha avuto un discreto successo. Finì nella radio della BBC. Nel film c’è questa frase: “I vincitori scrivono la storia, e i perdenti scrivono le canzoni”. In questo caso, col suo cd Roy ha scritto un pezzettino di Storia.<br />
<em>Volendo muovere un appunto alla rievocazione delle tragiche contrapposizioni tra cattolici e protestanti, che resero così difficile la vita in una città sostanzialmente divisa, si avverte un po’ la mancanza di rimandi alle lotte di classe, al background sociale che solitamente accompagna certi scontri ideologici. Consci che questo non era certo tra i tuoi obiettivi primari, vuoi aggiungere qualcosa a riguardo?</em><br />
Mi trovi in disaccordo. Anche se ne ebbe alcuni connotati , io non credo che in Irlanda ci sia stata una lotta di classe. Altrimenti i poveracci cattolici si sarebbero uniti ai poveracci protestanti anziché farsi la guerra. E’ stata una guerra tra la stessa classe, non di classe. Detto questo, a me interessava fare un film su un tema che credo sia universale, su questo veleno che ci viene iniettato quotidianamente: la paura. La paura come motore generante di tutti i nostri gesti, e sulla possibilità di batterla; in questo caso la paura dell’altro. Ma la mia piccola ambizione era fare un film che potesse avere anche una piccola eco su uno dei più grandi paradossi che non notiamo nemmeno più: le città, nate dal bisogno degli esseri umani di incontrarsi, sono oggi fatte e costitute da essere umani divisi tra di loro. Pensa al condominio, per esempio. Io sono sempre meravigliato dalle micro-guerre da condominio. Non c’è agglomerato di solitudine più eclatante. Tutti asserragliati in casa dentro piccole “alcatraz”. Mi interessava questo. Raccontare una storia dove, per una volta, da queste carceri visibili o invisibili, si evade. E si evade facendo una cosa semplicissima: riaprendo le porte, riaprendo le danze. Invitando il proprio vecchio nemico a ballare nuovamente insieme. Ma la cosa straordinaria per me è che in questa storia, coloro che non si rassegnano allo status quo, coloro che sono portatori di questo piccolo sogno in cui non si è più domati dalla Paura, a far questo sono gli anziani. I vecchi. Ironico, no?<br />
<a href="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/SIGNETTS.jpg"><img alt="" class="alignleft size-medium wp-image-10031" height="225" src="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/SIGNETTS-300x225.jpg" title="SIGNETTS" width="300" /></a>- <em>Come ti sei trovato, produttivamente parlando, a realizzare un documentario in Irlanda?</em><br />
All’inizio non è stato semplice. Convincere a darci soldi per un film su un ghetto protestante, che probabilmente morirà e con tutti protagonisti tra i 70 e 84 anni.<br />
Ho una grandissima produttrice, <strong>Margo Harkin</strong>, ed insieme lo proponemmo alla BBC con un trailer ed una presentazione molto ben fatti. Credo sia piaciuta loro l’idea che io non volessi fare un altro film sulla guerra nordirlandese, ma che avesse un taglio diverso. Dall’altro lato sono ero e sono ancora stupefatto, perché <em>Paradiso</em> è tutt’altro che un prodotto tipico da BBC, ma per fortuna a loro è piaciuto molto l’approccio estetico del film. Abbiamo anche avuto il sostegno di MEDIA, il maggior ente europeo per il cinema.<br />
- <em>La raccolta dei materiali di repertorio riguardanti sale da ballo e conflitti sociali è stata agevole o ha comportato qualche indagine più del previsto?</em><br />
Avendo la BBC a bordo, ho potuto consultare decine di ore di loro materiale d’archivio. Per il materiale sulle sale da ballo ho dovuto cercare anche tra gli archivi della TV irlandese oltre che tra gli archivi fotografici della biblioteca. Ma per me è’ stato un piacere più che un lavoro. Ho un legame affettivo molto forte con il mondo delle sale da ballo, mio nonno ne gestiva una nel ferrarese e mia mamma in seguito mi ci portava con sé da bambino sulla riviera romagnola. Le sale da ballo sono state il mio mondo delle meraviglie, guardare migliaia di ore d’archivio è stato per me un piccolo regalo alle mie memorie di bambino che si addormentava felice nelle sale da ballo.<br />
<div class="wp-caption alignright" id="attachment_10033" style="width: 310px;"><a href="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/Knut_Erik_Jensen__c_131220a.jpg"><img alt="" class="size-medium wp-image-10033" height="200" src="http://www.romalive.org/wp-content/uploads/2011/12/Knut_Erik_Jensen__c_131220a-300x200.jpg" title="Knut_Erik_Jensen__c_131220a" width="300" /></a> <div class="wp-caption-text">Il regista norvegese Knut Erik Jensen</div></div>- <em>Per finire, una piccola curiosità personale: in un’altra intervista hai citato con entusiasmo un regista norvegese,</em> <strong>Knut Erik Jensen</strong>, <em>del quale chi scrive ha apprezzato molto il sorprendente lungometraggio </em>Burnt by Frost<em>, diretto una decina di anni fa ma poco conosciuto in Italia. Che rapporti hai col cineasta scandinavo e col suo cinema?</em><br />
<strong>Knut Erik Jensen</strong> è in realtà uno dei miei punti di riferimento costanti. Lo conobbi quando mi trovai nell’estremo nord della Norvegia per lavoro nel 2004, nel paese dove lui è nato, Honningsvag, a mezzora da Capo Nord. E lì vidi con lui un suo film che cambiò la mia percezione visiva: <em>Stella Polaris</em>. I suoi film sono una sorta di sinfonia visiva, dove il tempo e lo sguardo si dilatano. Magia pura. In comune con lui ho anche il direttore della fotografia norvegese che ha girato <em>Paradiso </em>e col quale collaboro tuttora al nuovo film su cui sto lavorando. Lui ha lavorato con Knut Erik spesso, si chiama <strong>Odd Geir Saether</strong>, ed è stato anche direttore della fotografia in <em>Inland Empire</em> di <strong>David Lynch</strong>. Oltre ad essere un grande regista è una persona splendida, di una umanità incredibile. La seconda volta che lo vidi mi invitò a casa sua verso le 7 di sera. Io credendo che si trattasse di un invito a cena non mangiai all’hotel. Arrivato vidi che c’erano solo the, biscotti e vino.<br />
Mi spiegarono dopo che lassù in famiglia fanno cena alle 4.30 del pomeriggio. Morivo di fame ed al quarto bicchiere di vino mi arresi: non ho mai mangiato tanti biscotti in vita mia come quella sera.</div>Alessandro Negrinihttp://www.blogger.com/profile/08989124184164192717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2818374506566220779.post-60643372691358108612011-12-06T10:38:00.000-08:002011-12-06T10:38:53.906-08:00PARADISO article on the Italian Newspaper 'Corriere della Sera'<a href="http://roma.corriere.it/roma/notizie/arte_e_cultura/11_novembre_30/irish-film-festa-1902360650853.shtml">http://roma.corriere.it/roma/notizie/arte_e_cultura/11_novembre_30/irish-film-festa-1902360650853.shtml</a><br />
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<div class="thumb-dida box-img left foto-v-left" sizcache="60" sizset="5" title=""><img align="left" alt="" border="0" height="180" src="http://images.roma.corriereobjects.it/media/foto/2011/11/30/butcher_b1.jpg?v=20111202174233" title="" width="140" /></div>ROMA - Così lontana, così vicina. L'umanità, l'apertura verso gli altri. E quella ferita, non ancora completamente rimarginata, la scissione fra cattolici e protestanti. Raduna sempre una grande folla il Festival del cinema irlandese «Irishfilmfesta», proposto dal 2007, ora alla Casa del Cinema, da giovedì 1 dicembre a lunedì 5, con un ospite d'eccezione come Stephen Rea. Se ne ricorderà il ruolo di carceriere dell'Ira nel film «La moglie del soldato», che gli valse la nomination all'Oscar nel '93. Terrà una masterclass dopo la proiezione del visionario «The butcher boy» (inedito in Italia, sabato dalle 16) di Neil Jordan, che lo diresse anche allora: forse il più conosciuto da noi, con Jim Sheridan, dei registi irlandesi. <br />
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<div sizcache="60" sizset="6"><span sizcache="60" sizset="6" style="font-weight: bold;"></span></div><br />
<div class="thumb-dida box-img right foto-h-right" sizcache="60" sizset="6" title="Il paese Fountain raccontato in «Paradiso»"><img align="right" alt="Il paese Fountain raccontato in «Paradiso»" border="0" height="140" src="http://images.roma.corriereobjects.it/media/foto/2011/11/30/fountain--180x140.jpg?v=20111130110317" title="Il paese Fountain raccontato in «Paradiso»" width="180" /><span class="dida_bt_article"><span>Il paese Fountain raccontato in «Paradiso»</span></span><span style="background-color: black; color: #464646; font-family: Georgia;"> </span></div>Ponte ideale in una rassegna che proporrà il meglio della produzione recente - lungometraggi, corti in concorso, documentari, anche fiction per la tv - un lavoro dell'italiano Alessandro Negrini (venerdì alle 16, per la prima volta a Roma), trapiantato da lungo tempo in Irlanda. «Paradiso», prodotto dalla Bbc, racconta la battaglia contro la paura - incallita dai tempi dei «Troubles» («disordini», ma è un eufemismo) che hanno infiammato il Nord dell'Irlanda dagli anni '70 - portata avanti da una combriccola di vecchietti decisi a riaprire la sala da ballo della città di Derry. E a coinvolgere i cattolici nelle danze. «Può parere strano - dice Negrini, anche poeta - ma davvero in questa città, come in altre, c'è un quartiere invisibile circondato da un muro di sicurezza che lo separa dalla cittadinanza cattolica. Si cresce con l'idea che l'identità sia data da un nemico da combattere, ma c'è chi, come gli anziani del film, cerca una via d'uscita. Fra i miei protagonisti, tutti reali, non c'è nessun attore. Hanno una grande passione, il tango, che dà il tempo al film e diventa una metafora: quell'andirivieni, senza mai sfiorarsi...». <br />
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<div sizcache="60" sizset="7"><span sizcache="60" sizset="7" style="font-weight: bold;"></span></div><br />
<div class="thumb-dida box-img left foto-h-left" sizcache="60" sizset="7" title="«The Guard» di John Michael McDonagh"><img align="left" alt="«The Guard» di John Michael McDonagh" border="0" height="140" src="http://images.roma.corriereobjects.it/media/foto/2011/11/30/guard--180x140.jpg?v=20111130110318" title="«The Guard» di John Michael McDonagh" width="180" /><span class="dida_bt_article"><span>«The Guard» di John Michael McDonagh</span></span><span style="background-color: black; color: #464646; font-family: Georgia;"> </span></div>Come è stato accolto, lei, in Irlanda? «La mia gavetta l'ho fatta, prima bidello, poi clown nelle scuole per pubblicizzare uno sconosciuto circo Tribertis. Ma per me che venivo da Torino è stata una rivoluzione: cammini per strada, e i passanti ti salutano, anche se non ti conoscono». <br />
«Nel ciclo - annuncia Susanna Pellis, direttrice artistica del Festival - si evidenzierà la crescente capacità dei giovani cineasti, privi di una tradizione come la nostra, di confezionare film che sono opere d'arte». Più d'uno si rifà al genere poliziesco, ma non s'immaginino intrecci alla «Seven». Il paradigma è «The guard» (giovedì alle 20.30), opera prima di John Michael McDonagh, fratello esordiente ma già osannato del più noto Martin, campione d'incassi Oltremanica, condito di black humour irlandese, malinconico, ironico, «scorretto». Sul versante della cronaca, ecco «Parked», sabato alle 20.30, sull'amicizia fra un senzatetto e un giovane tossicodipendente, e «The pier» di Gerard Hurley (domenica alle 18.30), accolto in patria con standing ovation, fra i protagonisti Lili Taylor, musa del cinema indipendente americano: un padre e un figlio che torna in Irlanda dopo una trasferta in America. Curiosità: in soli tre giorni è stato girato «The ballad of Des & Mo» (venerdì alle 18), con Kate O'Toole, figlia di Peter, di James Fair docente e sperimentatore che terrà una lezione di cinema.<br />
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<div class="footnotes" sizcache="24" sizset="4"><span class="author">Laura Martellini</span></div>Alessandro Negrinihttp://www.blogger.com/profile/08989124184164192717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2818374506566220779.post-43099556150565858732011-11-18T09:17:00.001-08:002011-11-18T09:17:28.983-08:00Recensione - intervita Rivista LINDRO<a href="http://www.lindro.it/Paradiso-tolleranza-a-passo-di,4242#.TsJqsvTz2so">http://www.lindro.it/Paradiso-tolleranza-a-passo-di,4242#.TsJqsvTz2so</a>Alessandro Negrinihttp://www.blogger.com/profile/08989124184164192717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2818374506566220779.post-9805179603472224232011-10-25T09:45:00.000-07:002011-10-25T09:45:02.771-07:00REVIEW OF PARADISO FROM OHIOhttp://chagrindocumentaryfilmfestival.org/paradiso-review<br />
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<span style="font-size: large;"><strong>Paradiso – Review by Tim “Ghost”Gardner</strong></span><br />
<strong> </strong><strong> </strong><br />
<div style="color: red; font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Screening: Thur., Oct. 13—5;00 pm Block Philomethian Street Auditorium</div><div style="color: red; font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br />
</div><span style="color: blue; font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"> </span><div style="color: blue; font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Londonderry, Ireland is stunningly beautiful, which the filmmakers of <strong>Paradiso</strong> eloquently capture.</div><span style="color: blue; font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"> </span><div style="color: blue; font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Equally elegant is the way the story of <strong>Paradiso </strong>is told. Much appreciated are the English subtitles even though English is being spoken. <em>Aye?</em></div><span style="color: blue; font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"> </span><div style="color: blue; font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">The film draws you in like a welcome soak in hot mineral waters. The people are very nice; you like them straight away—all of them. And as <strong>Paradiso</strong> tucks you in for a blissful sixty-minute journey, you wonder: How is it that <em>The Fountain</em>, a city that fairly recently had a population of 15,000 is now unsteadily holding on at 328?</div><span style="color: blue; font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"> </span><div style="color: blue; font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Upheavals and rebellions are nothing new to Derry. They date back to the 1640s and earlier. But in 1969 the city became a flashpoint for civil disorder and religious discrimination. Hastily created road barriers quickly became a tall security fence erected between Catholics and Protestants.</div><span style="color: blue; font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"> </span><div style="color: blue; font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Prior to the violence, which came to be known as <em>The Troubles, </em>young adults from across the city easily mingled at The Memorial Auditorium in <em>The Fountain</em>. The Mem is where they met, fell in love and danced to local bands, including <em>The Signetts</em> who covered British and American rock-n-roll hits.</div><span style="color: blue; font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"> </span><div style="color: blue; font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">This multi-award-winning documentary is not about <em>The Troubles</em>. It’s about those left behind as they strive to maintain a vibrant community through their own cultural endeavors. At the heart of those endeavors is music and dance.</div><span style="color: blue; font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"> </span><div style="color: blue; font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">The last protestant enclave on the west bank of the city of Londonderry wants to reach out from behind its 240-paces-long fence. To do so, Roy Arbuckle takes a faithful step forward. He hopes to bring the formerly divided residents together again at the Mem to dance under the warm glow of community.</div><span style="color: blue; font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"> </span><span style="color: blue; font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">Can the city learn a new tune? Or will the proposition seem too dodgy for many to mosey up? Would you dander up to the Mem afte</span><span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">r<span style="background-color: #f3f3f3; color: blue;"> </span><span style="background-color: blue;"><span style="background-color: #f3f3f3; color: blue;">40 years away?</span><span><span style="background-color: blue;"></span></span></span></span>Alessandro Negrinihttp://www.blogger.com/profile/08989124184164192717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2818374506566220779.post-23563164312747179312011-10-10T04:41:00.000-07:002011-10-10T04:41:32.395-07:00"Paradiso" Official Selection @ Chagrin Documentary Festival, OHIO, USAhttp://chagrindocumentaryfilmfestival.org/paradiso-reviewAlessandro Negrinihttp://www.blogger.com/profile/08989124184164192717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2818374506566220779.post-76012174565101562782011-08-23T07:32:00.001-07:002011-08-23T07:32:43.934-07:00"Paradiso" ' IRISH FILM INSTITUTE, DUBLIN<div align="center"><span><span lang="EN"><b><span style="color: #c00000; font-family: Times New Roman;">Paradiso<var id="yiv388816526yui-ie-cursor"></var><var id="yiv388816526yui-ie-cursor"></var></span></b></span></span></div><div align="center" class="yiv388816526SUBHEAD01" style="margin: 0cm 0cm 0pt;"><span lang="EN-US"><span style="color: #c00000; font-family: Times New Roman; font-size: large;">@ the Irish Film Institut<var id="yiv388816526yui-ie-cursor"></var>e, Dublin</span></span></div><div align="center" class="yiv388816526MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;"><span lang="EN-US" style="font-size: 18pt;"><span style="font-family: Times New Roman;">Ireland on Sunday Screenings</span></span></div><div align="center" class="yiv388816526MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;"><span lang="EN-US" style="font-size: 18pt;"></span> </div><div> </div><div><span style="font-family: Courier New,courier,monaco,monospace,sans-serif; font-size: small;">The multi-award-winning documentary Paradiso from Derry-based Besom Productions will be followed by a Q&A with Director Alessandro Negrini</span></div><div><span style="font-family: Courier New,courier,monaco,monospace,sans-serif; font-size: small;">As part of "Ireland on Sunday Screenings" Paradiso will be shown at the Irish Film Institue in their monthly showcase for new Irish Film</span></div><div> </div><div><var id="yiv388816526yui-ie-cursor"></var> </div><div> </div><div align="center"><span style="background-color: white; color: #c00000; font-family: Courier New,courier,monaco,monospace,sans-serif; font-size: large;"><b>SUNDAY 28TH AUGUST </b></span></div><span style="background-color: white; color: #c00000; font-family: Courier New,courier,monaco,monospace,sans-serif; font-size: large;"> <div align="center"><span style="background-color: white; color: #c00000; font-family: Courier New,courier,monaco,monospace,sans-serif; font-size: large;"><b>12PM </b></span></div></span> <div align="center"><span style="background-color: white; color: #c00000; font-family: Courier New,courier,monaco,monospace,sans-serif; font-size: large;"><b>IRISH FILM INSTITUE</b></span></div><div align="center"><span class="yiv388816526-23082011"><span style="background-color: white; color: #c00000; font-family: Courier New,courier,monaco,monospace,sans-serif; font-size: large;"><b> 6 Eustace Street Dublin 2</b></span></span></div><div align="center"> </div><div align="center"> </div><div align="center"><span style="font-family: Courier New,courier,monaco,monospace,sans-serif; font-size: small;">Director: Alessandro Negrini </span></div><div align="center" id="yiv388816526yui_3_2_0_7_13105455992431131"><span style="font-family: Courier New,courier,monaco,monospace,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Producer: Margo Harkin (Besom Productions)<var id="yiv388816526yui-ie-cursor"></var></span></span></div><div align="center" id="yiv388816526yui_3_2_0_12_13121957077041295"><span style="font-family: Courier New,courier,monaco,monospace,sans-serif; font-size: small;">DOP: Odd Geir Saether</span></div><span style="font-family: Verdana, Geneva, Arial, Helvetica, sans-serif;"> <div align="center" class="yiv388816526MsoNormal" id="yiv388816526yui_3_2_0_12_13121957077041316" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;"><span id="yiv388816526yui_3_2_0_12_13121957077041300" style="font-family: Tahoma;"><span style="font-family: Courier New,courier,monaco,monospace,sans-serif; font-size: small;">Commissioned by BBC NI</span></span></div><div align="center" class="yiv388816526MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;"><span id="yiv388816526yui_3_2_0_12_13121957077041308" style="font-family: Tahoma;"><span style="font-family: Courier New,courier,monaco,monospace,sans-serif; font-size: small;">Developed through Sources2 and Media. </span></span></div><div align="center" class="yiv388816526MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;"><span id="yiv388816526yui_3_2_0_12_13121957077041314" style="font-family: Tahoma;"></span></div></span> <div align="left" id="yiv388816526yui_3_2_0_12_13121957077041252"> </div><div align="left"><span style="font-family: Courier New,courier,monaco,monospace,sans-serif; font-size: small;">The Film Documentary "PARADISO" entirely filmed in Derry, Northern Ireland, has won </span></div><div><span style="font-family: Courier New,courier,monaco,monospace,sans-serif; font-size: small;">14 international award so far including festivals in Hungary, Germany, India, bangladesh, Rome, London and more recentley in Palermo, Sicily.</span></div><div> </div><div> </div><div> </div><div align="center" class="yiv388816526MsoNormal" style="font-weight: bold; line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;"><span style="font-size: xx-small;"><span class="yiv388816526yui_3_2_0_7_1310545599243599" style="color: red; font-family: 'Courier New'; font-size: 14pt;">Quotes from Reviews:</span> </span></div><div align="left" class="yiv388816526MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;">"(...) Paradiso has the flavour of a fairytale, one of those you tell the children at night, before they go to sleep. Just, it'an all true story. </div><div align="left" class="yiv388816526MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: center;">Die Brücke (The Bridge), Valerio Moggia, Maggio 2011</div><div align="left" class="yiv388816526MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt; text-align: right;"><span class="yiv388816526yui_3_2_0_7_1310545599243601" style="color: black; font-family: 'Courier New';"><a href="http://networkedblogs.com/i1Pso" rel="nofollow" target="_blank"><span style="color: #234786;">http://networkedblogs.com/i1Pso</span></a></span></div><div align="center"> </div><div align="center"> </div><div align="center">"(...) 'Paradiso', like Heanys' poems, helps us trust our own eyes with a touch of celluloid poetry" </div><div align="center">Belfast Telegraph, September 2010</div><div align="center"> </div><div align="center"> </div><div align="center" class="yiv388816526MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt;">" (...) <span class="yiv388816526yui_3_2_0_7_1310545599243603" style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 12pt;"><span style="font-family: arial, helvetica, sans-serif; font-weight: bold;">with a touch of Buena Vista Social Club and an exquisite cinematography mixed with a lyrical </span><span style="font-family: verdana, helvetica, sans-serif; font-weight: bold;">approach the</span></span> multi-award winning documentary 'Paradiso'is an elegy for a community and its attempt to bypass the worst fence ever: fear.</div><div align="center">Il Messaggero, Italian Newspaper July 2010 </div><div align="left"> </div>Alessandro Negrinihttp://www.blogger.com/profile/08989124184164192717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2818374506566220779.post-45899929573467993672011-08-05T05:37:00.000-07:002011-08-05T05:37:27.167-07:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/st9d6VwWDCw?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div><br />
<u><span style="color: #073763; font-family: Verdana,sans-serif;">Trailer "Paradiso"</span></u>Alessandro Negrinihttp://www.blogger.com/profile/08989124184164192717noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2818374506566220779.post-8088849847628280062011-07-27T03:34:00.001-07:002011-07-27T04:48:24.980-07:00"Paradiso"<u><b><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">SYNOPSIS</span></b></u><br />
<br />
<i><span style="font-family: Verdana,sans-serif;">‘They teach us there must be a boundary line in our lives.</span><br style="font-family: Verdana,sans-serif;" /><span style="font-family: Verdana,sans-serif;"> But man, there’s no boundary line to music.’ </span></i><br />
<br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Derry, Northern Ireland: there are plenty of ghettos around the world, all of them with their own injustice, each of them living on its knees. There is one ghetto condemned to something even worse: it has forgotten its music. It’s The Fountain, in the heart of the city: once a vibrant community, where people used to dance together despite religious differences, now a disappearing Protestant neighborhood killed by fear and politics and turned into an open air prison, now living behind a fence. </span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">Roy Arbuckle, a musical troubadour, decides it’s time to challenge one of the monstrosities left by the war in Northern Ireland: fear. He wants to reunite his former showband, The Signetts and his formers musicians, nowadays in their seventies, that lived the heady glamour of the Show band era, in a high-risk attempt to try to do something that would be normal anywhere else but not yet in Northern Ireland: having a major dance night, inviting their old enemies and get Protestants and Catholics dancing together. If it wasn’t enough, for this event Roy wants to open up the stronghold of Protestant heritage and culture in Derry: the Memorial Hall, once the most popular dance hall in the heart of the city. </span><br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;">A colorful, melancholic and ironic musical journey through a ghetto that, even if it find itself in its last dance, it doesn’t want to miss a single step of it. Let’s save pessimism for better times. </span><br />
<br />
<span style="font-family: Verdana,sans-serif;"><br />
Official Selection, Mid Ulster Film Festival (UK)<br />
Official Selection, Monterrey International Film Festival (Mexico)<br />
Guest screening as Successful Pitch at Documentary in Europe, Bardonecchia (Italy)<br />
Official Selection, Slow film Festival (Hungary)<br />
Official Selection, Global Cinema Film Festival, (India)<br />
Official Selection, Dhaka International Film Festival (Bangladesh)<br />
Official Selection, Wurzburg International Film Festival (Germany)<br />
Official Selection, ViBGYOR Film Festival-2010 (India)<br />
Official Selection, Piemonte Movie Film Festival (Italy)<br />
Official Selection, Cape Winelands Film Festival (South Africa)<br />
Official Selection, Arcipelago Rome Film Festival (Italy)<br />
Official Selection, River Film Festival (Italy)<br />
Official Selection, Iasi International Film Festival, Bucarest (Romania)<br />
<br />
<br />
Official Selection, Chichester Film Festival (England)<br />
Official Selection, Molise Cinema Festival (Italy)<br />
Official Selection, Ljubljana Documentary Festival (Slovenia)<br />
Official Selection Romania, International Film Festival (Romania)<br />
Official Selection, Petaluma International Film Festival (USA)<br />
Official Selection, Istanbul International Documentary Festival (Turkey)<br />
Official Selection, Salford International Film Festival (England)<br />
Official Selection, We The People Film Festival (London, UK)<br />
Official Selection, Kathmandu International Film Festyival (Nepal)<br />
Official Selection, DocuCity Film Festival, Milan (Italy)<br />
Official Selection, Boston Irish Film Festival, Boston (USA)<br />
Official Selection RAI INTERNATIONAL FESTIVAL OF ETHNOGRAPHIC FILM, LONDON (UK)<br />
Official Selection Alanya Film Festival (Turkey)<br />
Official Selection Novi Sad Human Rights Film Fest VIVISECT (Serbia)<br />
Official Selection Festival of Nations (Austria)<br />
Official Selection Ischia Film Festival, (Italy)<br />
Official Selection, Palermo Sole Luna Film Festival (Italy)<br />
<br />
</span>Alessandro Negrinihttp://www.blogger.com/profile/08989124184164192717noreply@blogger.com0